di Alberto Zanello

Torino, 29 ott. (LaPresse) – La sconfitta, la quarta in campionato, rimediata ieri sera contro il Sassuolo, ha fatto sorgere nuovamente diversi dubbi attorno alla Juventus 2015/16, di fatto ormai tagliata fuori dalla lotta scudetto – la Roma è 11 punti avanti – e distante anche dal terzo posto, che vale l’ingresso in Champions League, lontano nove lunghezze. Tra le perplessità in merito alla gestione della rosa da parte del tecnico Massimilino Allegri e a una campagna acquisti estiva forse troppo sopravvalutata, l’unica certezza è che la squadra bianconera andrà in ritiro fino a sabato per preparare al meglio la stracittadina con il Torino.

Scelta condivisa da Franco Causio, una persona che i colori bianconeri li conosce bene, perché li ha vestiti ininterrottamente dal 1970 al 1981. “Non è un ritiro punitivo ma è dovuto ad impegni troppo ravvicinati che ci sono. E’ salutare per ricompattare l’ambiente e la squadra, anche perché in questo momento il passaggio del girone in Champions è diventato basilare e determinante – ha dichiarato il ‘Barone‘ a LaPresse proiettandosi già sulla sfida di Champions League con il Borussia Monchengladbach – Non si possono cambiare tre giocatori da un giorno all’altro come Pirlo, Vidal e Tevez”.

In questo inizio di stagione sono palesi soprattutto le difficoltà nel rimpiazzare l’Apache e il suo cospicuo bottino di reti negli ultimi due anni. “Ha risolto lui tanti problemi negli ultimi anni, i bianconeri hanno difficoltà a far gol – ha proseguito Causio – La maglia della Juve è pesante sulle spalle, ci vuole un tirocinio per tutti”. Un’altra ‘leggenda’ bianconera, Sergio Brio, ha posto invece l’attenzione su un’inevitabile calo fisiologico dopo i quattro scudetti consecutivi vinti. “E’ normale che andando avanti prima o poi la tensione nervosa calasse e ci fosse un momento di rilassamento. Lo conferma il fatto che in tutti i campionati del mondo succede questo – ha ammesso a LaPresse l’ex difensore pugliese – E’ un peccato ma questa situazione è normale”. Brio in ogni caso non ha escluso che la squadra di Allegri possa tornare in lotta per lo scudetto. “Non è questa la Juve che conosciamo – ha sottolineato – Non so se un filotto potrebbe bastare, ma mancano 28 giornate. E’ un’impresa difficilissima, anzi superlativa, ma non mi sento di dire che è tagliata fuori”.

Di opinione opposta Moreno Torricelli, che pensa come i ragazzi di Allegri debbano metter da parte le ambizioni di difendere il titolo conquistato nelle ultime quattro stagioni. “In questa situazione credo sia meglio abbandonare il discorso scudetto e guardare partita dopo partita, solo così si può cercare di risalire la china – ha ammesso a LaPresse l’ex terzino bianconero dal 1992 al 1998 – I punti di distacco sono tanti, per cui è meglio concentrarsi partita dopo partita, se ne riparlerà con l’anno nuovo. Per lo meno un posto in Champions League andrebbe conquistato”. All’indomani della deblacle in terra emiliana da Vinovo ha preso invece la parola uno dei senatori della squadra, Patrice Evra, al secondo anno di Juve ma con un enorme bagaglio di esperienza proveniente da Manchester. “Sono arrabbiato, questa non è la vera Juve – ha spiegato il francese ai microfoni di Sky Sport richiamando tutta la squadra – Il mio messaggio è solo di rispettare questa maglia, nel primo tempo con il Sassuolo non l’abbiamo fatto. Certo è più facile parlare quando non si gioca”, ha ammesso il terzino bianconero, rimasto ad assistere in panchina alla disfatta dei suoi compagni. “C’è un momento in cui può darsi che certi giocatori non siano coscienti e responsabili della situazione. Questo ritiro secondo me è meritato, quando giochi nella Juve devi essere molto responsabile – ha aggiunto Evra a proposito della scelta di Allegri e della società di mandare la squadra in ritiro in vista del derby con il Torino – Sul piano dell’atteggiamento sono sicuro che faremo una buona partita”.

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