di Andrea Capello
Roma, 10 set. (LaPresse) – Cercare di scrivere la storia per conquistarsi un posto al sole, in un momento caratterizzato da più ombre che luci. E’ l’obiettivo dell’Italia del rugby che, dal 18 settembre al 31 ottobre, sarà impegnata nel mondiale in programma nel Regno Unito. Come nelle ultime edizioni l’obiettivo del movimento della palla ovale italiano è chiaro. Passare il primo girone e qualificarsi per i quarti di finale, impresa mai riuscita, neanche quando l’Italia poteva affidarsi al piede magico di Diego Dominguez.
Si tratterebbe di qualcosa di fenomenale perché la squadra di Brunel deve terminare entro i primi due posti in un raggruppamento composto da due potenze mondiali come Irlanda e Francia oltre che da due nazioni in crescita che corrispondono al nome di Canada e Romania. Dando per scontate, ma non lo sono del tutto, le vittorie contro queste ultime due compagini e per preventivabile una sconfitta contro i lanciatissimi irlandesi, resta il ‘tu per tu’ con la Francia.
I Galletti, dati in leggero declino ma sempre temibilissimi: saranno i primi avversari dell’Italia il 19 settembre nel tempio di Twickenham, in quella che è a tutti gli effetti una sorta di finale anticipata per le ambizioni del XV nostrano. Italia a parte, a giocarsi la vittoria finale saranno le solite note, a partire dalle formazioni dell’emisfero australe. Su tutte i campioni in carica della Nuova Zelanda. Con loro anche Australia e Sudafrica hanno intenzioni bellicose.
Le ambizioni della vecchia Europa sono guidata dall’Inghilterra che, in caso di finale, giocherà in casa. Con lei Irlanda e Galles mentre Francia e Scozia appaiono un passo indietro. La sorpresa possibile è rappresentata dai ‘Pumas’ argentini, mentre le formazioni delle isole del Pacifico (Samoa, Figi e Tonga) sembrano avere perso lo smalto di un tempo. Interessante infine testare i progressi del Giappone, che si sta preparando per il 2019 quando toccherà a lui ospitare per il mondiale. L’Italia attende e spera nel miracolo.
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