Di Andrea Capello
Coverciano (Firenze), 31 lug. (LaPresse) – Capitano del Milan e vincitore di due Champions League, commentatore Tv per l’emittente Sky ed ora anche potenziale futuro allenatore. Massimo Ambrosini è a Coverciano per prendere il patentino da allenatore di base grazie al corso dell’Aic. LaPresse lo ha avvicinato per una chiacchierata fra ricordi e speranze future.
Quali sono le caratteristiche che deve avere un grande allenatore? Ha dei modelli di riferimento?
“Ho intrapreso questa avventura per avere un’alternativa che mi piace. Per il futuro non ho progetti a brevissimo termine, voglio iniziare con i giovani per un discreto numero di anni. A mio avviso l’allenatore più bravo non è quello che fa giocare meglio la propria squadra, ma quello che ottiene il massimo dai giocatori che ha a disposizione. Se ho un modello di riferimento? Nessuno, anche se per empatia con me il numero uno è stato Carlo Ancelotti”.
I suoi ex compagni Inzaghi e Gattuso non hanno avuto fortuna nelle loro prime esperienze. Riusciranno a fare strada in questo mestiere?
“Pippo in questa stagione al Milan ha capito che gli piace fare questo mestiere e sicuramente avrà altre occasioni. Più esperienza fai, più capisci qual è la tua dimensione. Lo stesso discorso vale per Rino. Sono convinto che alla fine entrambi avranno grande successo”.
Le piace questo nuovo Milan? Qual è il ricordo più bello della sua carriera in rossonero?
“Mi piace e mi stupisce per la mole di investimento fatta ed anche per le valutazioni su alcuni giocatori importanti. Il mio ricordo più bello è la semifinale di Champions League giocata in casa contro il Manchester United. E’ stata la miglior partita del mio Milan. Se sono amareggiato per come è andata a finire la mia avventura in rossonero? Il passato è passato ed io ci penso raramente”.
L’ultima sua avventura in Serie A è stata alla Fiorentina. Come giudica la scelta dei viola di puntare su un allenatore nuovo per l’Italia, Paulo Sousa?
“E’ la testimonianza che alla società piace innovare e sperimentare. E’ una scelta che mi intriga. Il mercato dei viola fino ad oggi privo di colpi ad effetto? Credo che l’operato della società vada giudicato dopo il 30 agosto. Certo, un difensore come Savic (passato all’Atletico Madrid, ndr) non si sostituisce facilmente”.
Quando ha toccato l’apice della sua carriera calcistica? C’è una cosa che non rifarebbe?
“Direi che il mio momento migliore è stato il 2008, dopo la vittoria della seconda Champions, quando sono anche stato convocato per gli Europei con l’Italia. Una cosa che non rifarei è sicuramente esporre quel famoso striscione dal bus scoperto (insultante nei confronti del cugini interisti nei festeggiamenti per la vittoria della Champions League 2006-2007). Comunque, è acqua passata”.
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