di Antonio Martelli
Torino, 8 giu. (LaPresse) – “E’ stata una stagione stra-or-di-na-ria, si è chiuso un anno che ci rende estremamente orgogliosi“. Scandendolo bene e con fierezza, il presidente Andrea Agnelli a due giorni dalla amara finale di Berlino ha fatto il punto su un 2015 della Juventus ai limiti della perfezione. Il quarto scudetto consecutivo, la decima Coppa Italia e una finale di Champions League conquistata con pieno merito anche alla luce della prestazione in finale (“si poteva pure vincere”, ha detto Agnelli sul ko contro il Barcellona), sono solo un punto di partenza. “Già da ieri stiamo lavorando per costruire i successi futuri”, ha infatti subito sottolineato il presidente bianconero a conferma della mentalità vincente in casa Juve che si rafforza giorno dopo giorno.
“Da noi c’è una grande cultura del lavoro, tutti lavorano tantissimo”, ha ricordato dando merito anche alle persone che lavorano dietro le quinte. E quando si parla di futuro, ovviamente, il pensiero va subito al mercato. Tanti i nodi da sciogliere: dal futuro di Pirlo e Tevez, a quello di Pogba e Vidal per arrivare alle tante voci sui vari Higuain, Cavani e Van Persie. Un rinnovamento della rosa che si renderà necessario dopo questa stagione così esaltante. “Di questo se ne occuperà il direttore Marotta“, ha glissato Agnelli che su una cosa però è stato chiaro: “Morata oggi è il presente della Juve. Quando penso anche a Pereyra e Dybala, sono giocatori che stanno crescendo e sono il futuro”.
Intanto la squadra bianconera, con la finale di Berlino si è consolidata nell’elite del calcio europeo con l’obiettivo di rimanerci. “In futuro non dobbiamo assolutamente pensare che poiché Milano è vicina l’anno prossimo giocheremo la finale di Champions League. Ma questa ci ha dato una grande convinzione”, ha sottolineato Agnelli. “Una stagione deve essere considerata di successo se si è competitivi a Primavera su tutti i fronti. Non si può pensare solo al numero di coppe, è chiaro che noi puntiamo sempre a vincere ogni competizione a cui partecipiamo perché è nel nostro Dna e non verrà mai modificato, ma io devo fare anche altre valutazioni”, ha proseguito.
Meriti di un gruppo di lavoro di cui fanno parte Marotta, Paratici e Nedved che in quei “2-3 giorni molto concitati (dopo le dimissioni di Conte, ndr) hanno dimostrato tutta la loro professionalità e calma per trovare una soluzione che permettesse di proseguire il percorso iniziato”. Un percorso che ha avuto in Massimiliano Allegri il suo timoniere in campo. “Ringrazio Massimiliano per come si è inserito e per il coraggio che ha avuto nell’accettare di allenare la Juve”, ha sottolineato ancora Agnelli. Dietro la scrivania più importante della società continuerà a lavorare invece il presidente perché “sto molto bene dove sto. Non vedo alcun cambiamento nel breve e lungo periodo. Abbiamo grosse sfide a livello sportivo, commerciale e internazionale che mi affascinano. C’è il mondo Juve ancora da costruire e sono molto motivato per continuare dove sono”.
Una Juve che ragiona ormai sempre di più come una grande azienda e che guarda al raggiungimento e al consolidamento di una serie di obiettivi economici e finanziari per mantenere e se possibile scavare un solco ancora più ampio con le rivali in Italia per avvicinarsi ai top team europei grazie anche ad un ultimo fatturato di 315 milioni di euro. “Il lavoro fatto fino ad oggi è stato fatto con il pieno supporto di mio cugino Jaki (John Elkann, ndr), con investimenti importanti e fiducia nei risultati ottenuti per iniziare a guardare al 5°-6° posto in Europa per potenza di fuoco finanziaria”, ha ricordato Agnelli che ha ribadito anche come la Juve non guarda a possibili investitori stranieri perché “non ne abbiamo bisogno”. D’altronde la società può contare sulla ‘gallina dalle uova d’oro’ rappresentata dalla Juventus Stadium ed entro i “prossimi 2-3 anni alla Continassa creeremo un mondo Juventus, lasciando a Vinovo l’attività del settore giovanile, creando una vera e propria Accademy”. Per non parlare “del lavoro eccellente” svolto dal settore commerciale “grazie all’accordo con Adidas e al rinnovo della sponsorizzazione con Jeep”. Agnelli ha ricordato anche che “di recente abbiamo stretto un accordo regionale in Messico, un programma di internazionalizzazione iniziato qualche anno fa” sulla stregua di colossi come il Manchester Utd. Insomma, una Juve proiettata verso un futuro ancora più luminoso e che grazie alla finale in Champions è diventata sempre più appetibile per i grandi sponsor perché ha chiosato Agnelli “senza risultati in ambito sportivo tutto questo resta un discorso vuoto”.
Quindi una stoccata al Milan: “L’ingresso di Mr. Bee nel Milan? Per il momento Fininvest ha reso noto di avere aperto un dialogo formale. Certo, si leggono numeri impressionanti, ma non sappiamo se corrispondono alla verità”, così il numero uno bianconero in merito all’offerta di circa 500 milioni di euro da parte del broker thailandese Bee Taechaubol per il 48% del Milan. “Quando vedo quei numeri, faccio fatica a trovare una quadra”.