Torino, 2 mag. (LaPresse) – Quattro scudetti consecutivi a coronamento di un dominio incontrastato in Italia che difficilmente potrà essere scalfito a breve. La Juventus entra di diritto nella storia del calcio italiano sulle orme della mitica squadra degli anni ’30 capace di arrivare a cinque titoli di fila, ma erano altri tempi. Una cavalcata trionfale quella dei bianconeri, capaci per la prima volta di lottare su tre fronti con altrettanta efficacia visti i risultati in Champions League e Coppa Italia. E dire che l’avvio di stagione è stato abbastanza movimentato. Al culmine di settimane tormentate e di travaglio interiore, a ritiro estivo già iniziato Antonio Conte, in dissidio con la dirigenza per questioni di mercato, rescinde il contratto. Dopo appena 24 ore sulla panchina juventina arriva Massimiliano Allegri. Il tecnico è atteso da un compito non facile, raccogliere un’eredità pesante e convincere gli scettici sulle possibilità della squadra di saper vincere anche senza Conte. Costretto a far fronte subito agli infortuni di Pirlo e Morata, Allegri sul piano tattico, sceglie inizialmente di continuare a utilizzare il 3-5-2 già applicato dal suo predecessore, modulo che ha contraddistinto gli ultimi tre scudetti. In campionato sulla falsariga della stagione precedente, si delinea subito un duello al vertice con la Roma. Bianconeri e giallorossi rimangono appaiati in vetta sino allo scontro diretto di Torino del 5 ottobre 2014, vinto dai padroni di casa per 3-2 tra mille polemiche. E’ questa la prima svolta, con la Roma a leccarsi le ferite e a polemizzare per la direzione arbitrale e la Juve che invece prosegue a testa bassa nella sua cavalcata trascinata da un Tevez autore di un inizio di stagione sfavillante. Nel girone di andata i bianconeri perdono una sola volta, in casa del Genoa con un gol in pieno recupero di Antonelli, mentre col pareggio 1-1 contro la Sampdoria allo Stadium del 14 dicembre i torinesi mettono fine a una striscia-record di 25 successi interni consecutivi. Con la Roma sempre alla costole, la Juve batte tutte le big a partire dal Milan in trasferta, poi Lazio e Napoli in trasferta, vince il derby con il Toro con una magia di Pirlo al 92′. Proprio il successo del San Paolo, che mancava da 14 anni, regala a Tevez e compagni con una giornata d’anticipo il simbolico titolo di campione d’inverno. Il successo contro gli azzurri di Rafa Benitez è anche una rivincita per la sconfitta nella finale della Supercoppa italiana del 22 dicembre a Doha.

Il giovane attaccante spagnolo Álvaro Morata, neoacquisto dal Real Madrid è tra le maggiori rivelazioni della stagione. Il girone di ritorno è quasi una passeggiata per la Juventus verso lo scudetto anche grazie al crollo della Roma che perde punti in serie fino a sprofondare a oltre dieci punti di distacco. Trascinati sempre dal capocannoniere del campionato Tevez, i bianconeri travolgono in casa il Milan e pareggiano lo scontro diretto dell’Olimpico contro i giallorossi sempre con una rete dell’Apache. Frattanto in Coppa Italia, entrati in tabellone agli ottavi di finale, superano di slancio Verona e Parma per trovare in semifinale la Fiorentina. Contro i viola Buffon e compagni danno una ulteriore prova di forza ribaltando la sconfitta interna dell’andata per 2-1 con un perentorio 3-0 al Franchi. La Juve conquista così la sua quindicesima finale nel torneo. Domata la resistenza di Totti e compagni in campionato, la Juve infila un’altra serie di quattro vittorie consecutive prima di incappare nel sorprendente ko in casa del derelitto Parma ultimo in classifica. Un incidente di percorso dovuto anche al concomitante e fondamentale doppio impegno nei quarti di finale di Champions League contro il Monaco. La squadra di Allegri dimostra ancora una volta di essere la più forte la settimana successiva quando con un secco 2-0 allo Stadium interrompe una serie di otto vittorie di fila della Lazio divenuta nel frattempo seconda forza del campionato. Il traguardo scudetto è ormai ad un passo, ma i primi due match ball vengono falliti con la sconfitta del derby per 2-1 e per via del concomitante successo della Lazio sul Parma mentre Tevez e compagni domano la Fiorentina allo Stadium 3-2. La Juve non fallisce il terzo: 1-0 in casa della Sampdoria, ed è scudetto.

Quando Massimiliano Allegri ha varcato per la prima volta i cancelli di Vinovo il16 luglio 2014 venne accolto tra fischi, urla, spintoni e calci all’auto del presidente Andrea Agnelli su cui viaggiava in compagnia del direttore generale Beppe Marotta. La ferita dell’abbandono improvviso di Antonio Conte, l’uomo della rinascita e dei tre scudetti consecutivi, era ancora troppo fresca per potersi rimarginare. Nella sua prima conferenza allo Juventus Stadium il tecnico toscano dimostrò subito di avere le idee chiare. “Il mio obiettivo è vincere il 4º scudetto consecutivo e fare meglio in Europa – aveva detto – abbiamo il dovere di disputare una grande Champions, la Juve deve stare tra le prime otto”. A nove mesi di distanza entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti, non solo Allegri ha fatto anche di più. Campione d’Italia con un campionato dominato in lungo e in largo, finale di Coppa Italia e soprattutto semifinale di Champions League. I bianconeri sono tornati tra le prime otto d’Europa, anzi si sono issati fino alle top 4. Un risultato che mancava dal 2003, quando in panchina c’era ancora Marcello Lippi. Nè Fabio Capello e né Antonio Conte sono riusciti a tanto.

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