Coverciano (Firenze), 23 mar. (LaPresse) – “Che cosa posso dire? Posso dire che non sono il primo e non sarò neanche l’ultimo a convocarli”. Risponde così il commissario tecnico della Nazionale azzurra Antonio Conte a chi ha storto il naso per la chiamata in azzurro di alcuni giocatori oriundi. “In passato – precisa il tecnico azzurro in conferenza stampa – diversi hanno fatto parte della Nazionale, come Camoranesi che è stato campione del mondo, Ledesma, Paletta, Thiago Motta, Amauri, Romulo. Basti pensare – aggiunge Conte – che all’ultimo Mondiale, su 736 giocatori, 83 erano oriundi”.
“Queste sono le regole, questo è il calcio. Poi, si può sempre creare o meno polemica. Io rispetto qualsiasi opinione, ma dico che non ho fatto niente di strano rispetto al passato. Ho deciso – chiarisce Conte – di premiare due calciatori che hanno la cittadinanza italiana e quindi possono giocare, li valuterò in un impegno ufficiale e deciderò se aggregarli o meno”. “Vazquez, a differenza di Dybala, aveva detto di sentirsi dentro di essere italiano, visto che ha anche la mamma padovana”, prosegue il ct. “Ma non ho mai forzato nessuno, è una cosa che bisogna sentirsi dentro. E ho detto che la Nazionale non dev’essere ripiego per chi non riesce ad entrare nella sua”.
“Vazquez ed Eder – sottolinea – stanno facendo molto bene, avevo la necessità di testarli, voglio vederli e valutare, capire se sono calciatori che fanno al caso nostro e ci possono dare qualcosa di importante”. Sul ruolo di Vazquez, precisa: “Lui si sente punta. Nasce attaccante, adesso viene utilizzato come trequartista, libero di svariare. Noi abbiamo una nostra identità di gioco, in cui l’attaccante deve fare determinati movimenti e avere delle caratteristiche precise. Non penso che Vazquez possa essere un interno di centrocampo, penso possa essere utilizzato come punta. È giusto che sia io a valutarlo”. Riguardo le polemiche che hanno accompagnato la sua scelta, Conte osserva: “Non c’è mai pace, nemmeno intorno a me, ma va bene così, sappiamo che comunque, come la si fa, in qualsiasi direzione c’è chi è d’accordo e chi no, in tutti i paesi è così. Ci sarà sempre un dibattito, spero siano sempre dibattuti costruttivi”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata