Parma, 20 mar. (LaPresse) – “Domenica si gioca, c’è stato un incontro in comune con i curatori fallimentari. Lo stadio è disponibile e giochiamo. Noi vogliamo giocare, perché è il nostro lavoro e vogliamo restare a testa alta fino alla fine”. Alessandro Lucarelli, capitano del Parma, chiarisce i dubbi in merito allo svolgimento del match di domenica sera al ‘Tardini’ contro il Torino, il giorno dopo la sentenza del Tribunale di Pama, che ha sancito il fallimento della società emiliana. “Il Parma non è fallito, non sono falliti i tifosi o la città o la squadra. E’ fallito Tommaso Ghirardi”, chiarisce il difensore ai cronisti presenti a Collecchio. “Andiamo a testa alta, fino alla fine se ci sarà la possibilità. Giocare o non giocare è una decisione della squadra, che esula dalla storia Parma”.

“Abbiamo chiesto garanzie e nuove norme alla federazione, c’è stato un incontro settimane fa, lunedì ci sarà un altro incontro a Roma, dove vogliamo, in vista del consiglio federale del 26 marzo, avere la certezza che queste modifiche vengano attuate”, prosegue Lucarelli. “Se non subito, che vengano messe all’ordine del giorno. Su questo ricade la scelta del Parma di giocare o non giocare”. “Mi auguro che Manenti sia il primo a pagare e che a ruota ce ne siano altri”, aggiunge il difensore. “Mi riferisco a chi ha ridotto il Parma a questa condizione. È giusto che i colpevoli paghino le conseguenze o rispondano di quello che hanno fatto in questi anni”. Le responsabilità della situazione “sicuramente ci sono anche da parte della Federcalcio e della Lega, che non hanno monitorato cosa stava succedendo o non c’erano forse le norme per farlo. È uno dei nodi – sottolinea – che vogliamo cambiare nell’interesse del calcio italiano, non solo del Parma: far sì che ci sia un controllo generale dell’indebitamento delle società. E’ questo che chiederemo a Tavecchio per evitare altri casi Parma”.

“La solidarietà da parte dei colleghi? Ce l’hanno data subito dall’inizio. Parma ha subito questo per colpa di norme non restrittive. C’è l’interesse da parte di tutti – dice – affinché il calcio italiano cambi, che ci sia più rigidità nei controlli e far sì che queste cose non accadano più. Questo dev’essere nell’interesse di tutti”. “Se il Parma è arrivato a fare 218 milioni di debito, evidentemente qualcuno ha sbagliato e lavorato male e deve prendersi le responsabilità di questo”, aggiunge il capitano dei ducali. “I vari Taci e Manenti sono datti collaterali, bisogna andare alla base, dove c’erano altre persone”.

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