Di Benedetta Dalla Rovere
Milano, 23 ott. (LaPresse) – Wang Chen, 27 anni, alto 190 centimetri, è il primo pallavolista a giocare nel campionato italiano, con la maglia del Vero Volley. Arrivato a Monza a settembre, sta cercando di imparare la lingua, non senza qualche difficoltà, e si sta ambientando bene alla vita in Italia. Lo scorso anno ha giocato con il Pechino Baic Motor Club, con cui ha vinto lo scudetto e ha chiuso al terzo posto la Champions asiatica. Era anche nel gruppo della World League, anche se non è mai stato effettivamente convocato dal ct cinese Xie Guochen. Gli abbiamo chiesto quali siano, per lui, gli aspetti più interessante del nostro Paese e che cosa potranno trovare i suoi connazionali che il prossimo anno arriveranno a Milano per visitare Expo 2015.
Ha visitato l’Expo di Shangahi? Che cosa l’ha colpita?
Purtroppo non ho avuto occasione di presenziare, ma ne ho sentito parlare molto. I dirigenti del mio club ci sono stati e io ho avuto modo di vedere delle immagini alla televisione. Mi sembrava un evento davvero interessante e molto bello.
Andrà a vedere quello di Milano? Sì, mi piacerebbe davvero.
E’ una manifestazione dedicata la cibo. Le piace la cucina italiana? Sì, molto. Soprattutto il tiramisù. Sono goloso e i dolci mi fanno impazzire.
Dopo qualche mese in Italia, che cosa pensa che piacerà di Milano e della cultura italiana ai suoi connazionali che arriveranno in città per Expo 2015?
Sicuramente lo shopping – in Cina le grandi marche italiane sono apprezzate – e poi sicuramente apprezzeranno la pizza.
A Milano ci saranno tre padiglioni cinesi. Che cosa avvicina i due Paesi secondo lei?
Direi il commercio. Però è anche vero che sono due Paesi davvero diversi, difficile trovare delle similitudini vere e proprie. Ma è questo il bello, no?
Che differenze ci sono nel campionato italiano rispetto a quello cinese? E cosa cambia negli allenamenti?
Ci sono differenze, il livello dei giocatori cinesi non è così alto come quello dei giocatori italiani. Invece il ritmo delle partite è più alto in Cina: da noi si giocano due partite a settimana mentre qui un solo match. Anche il modo di allenarsi cambia: durante gran parte degli allenamenti in Cina si lavora individualmente e meno sul gioco di squadra, caratteristica invece molto viva negli allenamenti qui a Monza.
Pensa che la sua partecipazione nel campionato italiano avvicinerà ancora di più i suoi fan alla pallavolo, sport già popolarissimo in Cina?
I miei fan in Cina mi seguono molto, anche da quando sono qui. In questo modo hanno la possibilità di conoscere anche questa realtà, questo campionato così spettacolare. I social media aiutano a fare in modo di restare in contatto e sentirli vicino. Questo sicuramente fa crescere la passione dei tifosi.
So che ha incontrato la comunità cinese che abita a Milano. Come l’hanno accolta? che cosa le chiedono?
Sono stati molto accoglienti. È stata un’iniziativa molto interessante, soprattutto con i bambini cinesi che hanno palleggiato con me: volevano imparare a giocare a pallavolo e questa è stata la cosa più bella.
Le difficoltà più grandi le ha ancora con l’italiano?
Sì, è difficile, ma sto studiando. Mi piace molto, anche se ci vorrebbe più tempo.
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