Londra (Regno Unito), 18 ott. (LaPresse) – “L’anno scorso tutti volevano il Liverpool campione: i media, la gente. Nessuno però diceva che non giocavano la Champions, che sono stati favoriti da alcune decisioni importanti e sentivo che quel giorno era tutto pronto per la loro celebrazione”. Inizia dal ricordo di uno dei momenti cruciali della scorsa stagione in Premier League, la lunga intervista concessa da Josè Mourinho all’ex capitano del Manchester Utd Gary Neville per il Daily Telegraph. “Ho detto ai miei ragazzi: vogliono che facciamo i clown al circo. Ma il circo è qui, il Liverpool deve essere campione. Voi non volete sia così vero? Mi risposero di no”, ha aggiunto lo Special One. Il Chelsea vinse infatti quella partita 2-0 e diede il via alla rimonta del City ai danni dei Reds. “Ci obbligarnono a giocare di domenica, a pochi giorni da una semifinale di Champions. Non potevamo accettarlo, non capivamo come una squadra che rappresentava l’Inghilterra in Europa non poteva ottenere di giocare di sabato”, ha detto ancora velenoso Mou. Il tecnico lusitano ha trovato il suo habitat naturale al Chelsea, tanto che alla domanda di Neville se gli proponessero un prolungamento di altri sei anni ha replicato: “Firmerei domani. Voglio rimanere nel calcio inglese e al Chelsea, perché penso che ho vinto la destra. Mia moglie dice che ho vinto abbastanza, ho fatto abbastanza e ho creato una situazione buona per la famiglia. Ma dice anche che ho il diritto di fare ciò che voglio. Ma purtroppo tutto dipende dai risultati”.

Parlando del suo Chelsea, Mourinho ha detto: “L’anno scorso la squadra era instabile. Questa stagione siamo migliorati con Diego Costa e Fabregas, senza dubbio. Sotto l’aspetto tecnico e tattico rappresentano il tipo di giocatore che ci serviva. Molti non si rendono conto della maturità del nostro team, della personalità: è cambiato un sacco”. I Blues alla ripresa dei campionati guidano con cinque punti di vantaggio sul City campione. “Non sono niente. Il City ha tutto, ha un sacco di talento e fisicità. Hanno più opzioni di tutti”. Chelsea che può contare su un Hazard in grande ascesa. “Ho avuto una conversazione con suo padre che mi ha detto di avere un figlio meraviglioso, un padre meraviglioso, un marito meraviglioso. Ma vuole che lui sia anche un giocatore meraviglioso, con più tenacia, aggressività, ambizione, ego personale. E che io potrei dagli queste cose. Ma io non voglio cambiarlo, i giocatori non sono macchine. Ad Hazard ho detto solo: non essere velice quando fai belle giocate, ma quando fai qualcoda che ci fa vincere le partite”.

Parlando della sua carriera, l’ex tecnico dell’Inter ha ricordato: “Io avevo un obiettivo: volevo lasciare il Portogallo e venire in Inghilterra. Chiaro. Quando ho lasciato l’ Inghilterra è perchè volevo l’ Italia per capire la mentalità degli italiani e l’aspetto tattico del gioco. E dopo volevo andare al Real Madrid in Spagna. Ora il cerchio è chiuso e vorrei restare qui a lungo”. Poi lo Special One ha rivelato anche una possibilità mancata sul mercato per una squadra italiana: “Volevo che Mata non fosse venduto al Manchester Utd avversario diretto in Premier: avevo chiesto di venderlo piuttosto alla Juventus o al Barcellona. Ma con il calcio di oggi quando una squadra arriva e ti paga una somma importante, devi cedere e lo condivido”. Infine Mourinho ha rivelato qual’è una delle cose che maggiormente lo rendono orgoglioso: “Una delle cose che rimane per sempre nella carriera di un manager è vedere i giovani che diventano grandi. Varane con me quando aveva 18 anni (quando ha esordito al Real, ndr). Santon ne aveva 17 (all’Inter, ndr). La sua seconda partita fu contro il Manchester Utd in Champions League. Carlos Alberto ha segnato in una finale di Champions League a 18 anni. Queste cose rimangono per sempre”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata