Suzuka (Giappone), 3 ott. (LaPresse) – Il weekend appena iniziato a Suzuka potrebbe portare a un annuncio shock per i tifosi della Ferrari: il futuro di Fernando Alonso sembra sempre più lontano dalla rossa. Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne non hanno di certo rassicurato i fans. “Alonso? Stiamo cercando una buona soluzione per entrambi”, ha detto il numero uno di Maranello ancora per pochi giorni, “Alonso? La Ferrari è più importante”, ha aggiunto l’ad di Fiat Chrysler. Lo spagnolo si limita a parlare delle prestazioni della vettura in pista, di quanto si aspetta dalla gara. Ma le pagine dei giornali di lunedì, più che il risultato della corsa, potrebbero essere occupate dall’ufficialità dell’approdo di Alonso in McLaren-Honda 2015. Il binomio che ha reso immortale Senna sta pressando da mesi i top rider del Circus – Alonso, Hamilton, Vettel su tutti – per lanciarsi nella nuova avventura forte di un pilota di punta, un uomo-immagine di sostanza non solo all’interno dell’abitacolo. La Mercedes non pare intenzionata a lasciar partire nessuno tra Hamilton e Rosberg, per la scuderia di Woking Alonso è la prima scelta. Per lui si tratterebbe di un ritorno dopo l’annata 2007 terminata con il divorzio per incompatibilità con Hamilton. Fernando non è più un giovincello (ha 33 anni), e sarà difficile che la Ferrari gli permetterà di lottare per il titolo nel 2015.

L’avventura in McLaren sarebbe comunque un salto nel buio, ma dopo cinque anni di delusioni un ulteriore atto di fede nei confronti della Ferrari non è scontato, anzi. La stampa tedesca e la stampa spagnola danno per fatto il passaggio dell’asturiano in orbita McLaren-Honda, casa costruttrice che possiede il circuito di Suzuka. Per sostituire Alonso in pole position c’è Sebastian Vettel. Il quattro volte campione del mondo in carica sta vivendo una stagione difficile all’ombra del compagno di squadra Daniel Ricciardo e sembrerebbe pronto a cambiare aria per vestirsi di rosso e tentare di raccogliere la pesantissima eredità di Michael Schumacher, impresa riuscita a Raikkonen nel 2007 ma non ad Alonso. Lo spagnolo, però, è entrato nei cuori dei tifosi, a differenza del freddo finlandese. A livello psicologico l’arrivo di Vettel non colmerebbe il vuoto di Alonso e i paragoni con l’operazione-Schumi sono eccessivi: nel 1996 Schumacher arrivò a Maranello forte di due titoli mondiali, con la Ferrari che gli fece ponti d’oro per rilanciare la scuderia dopo un quadriennio di delusioni con la coppia Alesi-Berger. Adesso invece sarebbe il pilota a fuggire, come fece Prost (con molto meno stile).

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata