Roma, 27 set. (LaPresse) – Proseguono in casa Roma i festeggiamenti e le celebrazioni per i 38 anni di Francesco Totti. Il capitano giallorosso è intervenuto questa mattina ai microfoni di Roma Radio, l’emittente radiofonica della società. “Come mi sento? Come una persona giusta, come calciatore, non li sento, ma quando hai una certa età bisogna smettere. Mi toglierei volentieri 5 anni”, ha esordito Totti con la sua solita ironia”. Inevitabile iniziare a pensare al futuro fuori dai campi di gioco, il numero 10 giallorosso sembra avere le idee chiare su una cosa: “Lo spettacolo non mi attira, penso resterò nel mondo del calcio, ma non ci ho pensato”. Alla domanda se vede un futuro da allenatore, replica: “Non mi ci vedo col carattere che ho. I giocatori sono matti, lo conosco il loro carattere, soprattutto di quelli che non giocano”. Tanti i regali ricevuto in queste ore. “Il più bello? Farmene è difficile, perchè ho quasi tutto. Le cose semplici sono sempre le più belle per me, basta un pensiero”, dichiara Totti. In tanti anni di carriera, il capitano della Roma ha imparato tanto e non lo nasconde: “Sul campo ho imparato a gestirmi, anche perchè con l’esperienza riesci a fare tante cose che prima non riuscivi a fare. Come persona, il modo di comportarsi, mi sento più grande, più maturo: non fai le cose che facevi a 20 anni”.
Ma al Totti ventenne, il Totti più maturo di oggi cosa direbbe? “Non gli dovrei dire niente, si è divertito – la replica – ha fatto tutto quello che c’era da fare, anche perchè 20 anni vengono una volta sola e lo ho sfruttati nel migliore dei modi”. Nel ripercorrere la sua lunga carriera, tanti i campioni con cui avrebbe voluto giocare ma uno su tutti: “Ronaldo, quello vero, non Cristiano: ai tempi del Barcellona era il numero uno”. Come allenatore, invece, gli sarebbe piaciuto essere allenato da “Ancelotti, c’è mancato poco ma non ci siamo mai riusciti”. Totti fatica poi ad individuare un giocatore simile a lui: “Sinceramente non lo soà è complicato. Non riesco a trovarne uno, ma proprio per caratteristiche. Anche perchè giocando in quel ruolo ogni calciatore ha caratteristiche diverse”. In queste ore ma come durante tutta la sua carriera, tante le testimonianze di affetto nei suoi confronti: “La mia forza è che ancora non mi rendo conto dell’importanza che ho fuori dall’Italia. Mi vogliono tutti bene, vuol dire che qualcosa di buono l’ho fatta. Se sono ancora sincero? Lo sono sempre, come persona. Poi in qualche intervista qualche cazzatella si dice”, scherza. Sui rimpianti della sua lunga carriera: “Come uomo non ho fatto grandissimi errori, come calciatore si: non rifarei quello che ho fatto all’Europeo in Portogallo, e qualche calcio brutto da vedere ma che ci sta”.
Un Totti spesso anche vittima dei cori da parte dei tifosi avversari: “Quando fanno cori contro di me mi fa piacere, vuol dire che mi temono, normale che poi gli insulti danno sempre fastidio, però sappiamo tutti che sono durante i 90 minuti, poi per strada i complimenti si sprecano”. Tra i giocatori del presente, Totti ha ricordato che “il numero 10 del Chelsea (Eden Hazard, ndr) non è male”. Poi si parla del presidente James Pallotta: “Grande persona, e grazie della cena che ci ha fatto a Boston: ci ha ospitato a casa sua”. Mentre su Garcia scherza: “Grande comunicatore, anche se è straniero ha capito l’ambiente di Roma in tutto e per tutto”. Sul ds Sabatini, invece, “se smettesse di fumare sarebbe meglio per lui, sarebbe na bella cosa”. Al compagno Balzaretti, fuori da lungo tempo, Totti lancia un invito: “Non mollare mai, e conoscendolo non molla: ha più voglia di noi di tornare in campo”. Sui due compagni ‘romani’ come lui De Rossi e Florenzi: “Prima o poi diventeranno loro i capitani, più poi che prima”. Totti ha confessato un debole per Pjanic: “Il piccolo principe, ho un debole per lui. Per i giocatori forti ho un debole”. Mentre su Gervinho: “E’ una forza della natura, fa cose istintive che nemmeno lui riesce a capire: è più veloce della palla. Gratifica anche me, se non corresse lì davanti nemmeno gli metterei la palla”. Poi una parola rivolta ai tifosi: “Non mi sento il Re di Roma, è troppo forte come parola. Mi fa piacere che mi seguano sempre, più che con stima, con amore. Un amore reciproco, sempre vissuto insieme da quando ho cominciato ad esordire a 16 anni, fino ad adesso che ne ho 38. Un amore che rimarrà per sempre, anche quando smetterò. Non smetterò mai di ringraziarli, mi sono sempre stati vicini anche nei momenti brutti. E’ difficile dimenticarlo, ad una persona come me fa solo piacere: mi da più energia e stimoli”. Poi una promessa: “Prima di smettere riuscirò a festeggiare con loro qualcos’ altro…”. E allora il sette giugno Totti sarà contento seà “Se potessi andare come vorrei. Forse sarà il destino: Dio esiste, perciò crediamo nella fede…”.
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