Roma, 18 set. (LaPresse) – Sette anni dopo la finale del 2009 tra Barcellona e Manchester United, l’atto conclusivo della Champions League torna in Italia. Alla città di Milano e allo stadio Giuseppe Meazza, infatti, è stata assegnata oggi la finale 2016, un risultato che premia il lavoro svolto dalla Figc, dal Comune di Milano, dal Consorzio M-I stadio e sostenuto dalle garanzie del Governo siglate dal sottosegretario Delrio. Per l’Italia si tratta della nona finale di Champions: quattro a Milano, quattro a Roma e una a Bari, con Milano che torna protagonista dopo aver ospitato l’ultima volta l’edizione 2001 con la finale tra Bayern Monaco e Valencia. “Ora è ufficiale e possiamo finalmente festeggiare: si tratta di un’ottima notizia per il calcio italiano, che ha l’ambizione di tornare a recitare un ruolo da assoluto protagonista in Europa, anche attraverso l’organizzazione di grandi eventi come questo e l’Europeo 2020 per il quale abbiamo candidato Roma, con l’auspicio che domani possa arrivare un’altra buona notizia da Ginevra”, il presidente della Figc Carlo Tavecchio commenta così la decisione annunciata questo pomeriggio a Nyon, al termine della riunione del Comitato Esecutivo.
“La finale di Champions League – prosegue Tavecchio – ed in particolare l’impatto economico sul territorio sarà una straordinaria opportunità per Milano, in grado di prolungare i benefici attesi per l’Expo del 2015. Sono certo che l’amministrazione locale, che da tempo ha programmato importanti investimenti per il miglioramento della qualità della vita dei propri cittadini, la riqualificazione e l’innovazione della citta?, saprà cogliere a pieno le opportunità di questo evento sportivo”. “Voglio ringraziare – ha concluso il presidente federale – il mio predecessore Giancarlo Abete, Milano ed i suoi amministratori, il consorzio M-I Stadio, le società Milan e Inter e lo staff della FIGC impegnato per la candidatura: grazie ad un intenso lavoro di squadra, siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissati. Lasciatemi concludere con un auspicio: poter vedere in campo, quel giorno, almeno una rappresentante italiana”.

