Zurigo (Svizzera), 17 ago. (LaPresse) – “Non ho mai guardato il cronometro”. Sono le parole di Daniele Meucci al sito della Fidal dopo la storica vittoria nella maratona dei Campionati Europei di Zurigo. Con le lacrime agli occhi per la felicità l’azzurro spiega: “In realtà non volevo nemmeno indossarlo, ma Massimo (Magnani ndr) mi ha detto di metterlo. Non mi è mai servito, infatti ho preso solo due ‘lap’ e il tempo sta ancora scorrendoà ho badato solo a me stesso, alle mie sensazioni e al comportamento degli avversari”. L’azzurro racconta con lucidità il momento decisivo dei 42,195 chilometri svizzeri: “Al 35° chilometro Massimo mi ha detto che stavo bene e che dovevo andareà io ero un po’ in dubbio, mi sembrava troppo presto ma ho avuto fiducia. Fiducia in me e nel nostro lavoro, ho ascoltato il consiglio e ha avuto ragione. Le sue parole mi hanno dato una grandissima consapevolezza e in quel momento ho capito che avrei vinto”.
Dal momento del sorpasso il dominio del toscano è diventato evidente: “Nell’ultimo giro il tifo del pubblico quasi non mi ha fatto sentire la fatica, le persone lungo la strada mi hanno praticamente trascinato al traguardo… in quel momento pensavo ai miei figli, che mi danno una forza immensa”. Su un percorso con quattro salite molto impegnative il pisano non ha mai sofferto: “Ho trovato il percorso difficile ma non così tanto come sembrava. Ho cominciato a sentire un po’ di fatica solo nell’ultimo giro, ma avevo una grande fiducia in me e nella mia preparazione”. Dopo i 10.000 di martedì qualcuno dubitava del tuo stato di forma: “Martedì ho corso i 10 chilometri per sbloccarmi, ma in realtà non ho mai pensato alla medaglia sui 10.000. Quest’oro è cento volte meglio dell’argento di due anni fa!”. Ora si apre un orizzonte, nel solco di grandi campioni: “Questa è solo la mia terza esperienza in maratona, quindi spero di avere ancora tanta strada da fare. In passato l’Italia ha avuto grandi atleti che sono entrati nella storia dello sport e vogliamo provare a proseguire su questa strada. Sto lavorando, stiamo lavorando, per continuare la grande tradizione italiana della maratona”.
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