Philadelphia (Pennsylvania, Usa), 1 ago. (LaPresse) – “C’è una squadra che ha vinto tre scudetti di filae e ha preso Evra e Morata. Ora sarebbe un outsider? E’ strano”. Il tecnico della Roma Rudi Garcia non si sente favorito in vista del prossimo campionato di Serie A. “E’ sempre la Juve la favorita, ma noi vogliamo lottare contro di loro – ha aggiunto in conferenza stampa da Philadelphia alla vigilia della sfida contro l’Inter nella Guinness International Champions Cup – Noi dobbiamo essere ambiziosi, io lo sono e noi puntiamo in alto. L’assenza di Gervinho? Il suo problema è legato al visto, un caso comune ai giocatori del Bayern Monaco”. L’ex allenatore del Lille ha fatto poi un primo bilancio di questa tournée negli Usa. “Con Manchester e Real abbiamo giocato meglio, quando abbiamo avuto spazi per giocare lo abbiamo fatto e anche bene – ha sottolineato – Serviva reagire dopo una sconfitta, adesso vincendo possiamo puntare alla finale di Miami”. Garcia si è poi rivolto ai vertici del calcio italiano sottolineando come il fatto di iniziare la stagione più tardi rispetto agli altri paesi europei possa costituire un problema in Europa. “Abbiamo uno svantaggio nell’iniziare più tardi, può essere un problema per la Champions – ha evidenziato Garcia – Dopo la prima di campionato c’è già una sosta, invece in Francia e Spagna giocano già 2 o 3 partite prima della Champions. L’Italia dovrebbe riflettere su questa cosa. Per me le cose devono cambiare se vogliamo che tutte le italiane affrontino al meglio le coppe europee”. L’allenatore della Romaha poi fornito nuovi dettagli sulle condizioni di Kevin Strootman. “Sta seguendo il suo percorso, gli serve tempo – ha ammesso – E’ sulla strada giusta, abbiamo solo scelto di non farlo viaggiare, per lui era meglio lavorare a Boston con lo staff”. “Dobbiamo lottare in ogni modo contro il razzismo. E’ ovvio che l’esempio deve arrivare anche dai dirigenti”, ha aggiunto infine Garcia a proposito del tema del razzismo, tornato d’attualità dopo la dichiarazione di Tavecchio sui giocatori extracomunitari. “La bellezza dello spogliatoio, ad esempio, è che non si parla del colore della pelle o della religione, ma solo della qualità di un giocatore”, ha aggiunto l’allenatore francese.
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