Roma, 25 lug. (LaPresse) – Ciclone Tavecchio. Con il suo tono appassionato il numero uno della Lega Dilettanti presenta la sua candidatura alla presidenza della Figc forte dell’appoggio di tutte le Leghe. Un programma di undici punti, come una squadra di calcio, snocciolato in 16 pagine con un unico filo conduttore: rimettere il gioco del calcio al centro del progetto. “Se qualcuno crede che io sia un ‘Re Travicello’ si sbaglia – dice a chiare lettere dal palco dell’Hotel Hilton di Fiumicino – Fino a 50 anni qualche compromesso l’ho fatto da sindaco e direttore di banca. Ora che ne ho 71 non ne faccio mica. Non voglio diventare il più ricco del cimitero”. Un dichiarazione di intenti chiara. Governance ed organizzazione federale, lotta contro la violenza e qualificazione del prodotto calcio, settore tecnico e centri di formazione federale, settore giovanile e scolastico, nuove risorse economiche, comunicazione, Club Italia, Grandi Eventi, Legislazione e rapporti con il Governo, rapporti con il Coni, riforma dei campionati e regole delle competizioni. Sono i capisaldi individuati da Tavecchio e sui quali dovrà lavorare insieme al nuovo consiglio federale se, come pare ormai scontato, l’11 agosto verrà eletto presidente. “La madre di tutte le battaglie è fare le riforme statutarie”, argomenta convinto.

Nel corso della giornata odierna Tavecchio ha ottenuto il plauso di due figure storiche del calcio italiano come Franco Carraro ed Antonio Matarrese, presenti in qualità di invitati. “Tavecchio è poco glamour ma è affidabile e solido”, dice il primo, “Carlo tira fuori gli attributi, abbiamo bisogno di te” gli fa eco il secondo. Il presidente della Lega Serie A, Maurizio Beretta, chiude il cerchio spiegando che: “anche chi non ha sottoscritto la candidatura (Juventus e Roma, ndr) ha tenuto a sottolineare che condivide le proposte che abbiamo elaborato. Ci sono i presupposti per fare un lavoro straordinario”. Tavecchio non risparmia una battuta a Demetrio Albertini, unico potenziale rivale: “Qualcuno dice vaneggiando di fare due Consigli di amministrazione uno per i dilettanti ed uno per i professionisti. A questo punto facciamo due federazioni, una dei professionisti ed una dei dilettanti.”, dice chiaramente. Sul discorso economico e dei contributi del Comitato Olimpico alla federazioni il numero uno della Lnd spiega che “il sogno è quello di essere un giorno autosufficienti”. Per il momento “il Coni dovrà fare delle riflessioni prima di fare tagli consistenti al fornitore maggiore delle casse dello stato”.

Idee nuove anche per il centro tecnico di Coverciano: “Fino ad ora un’accademia elitaria dove ci vanno in pochi” e del quale bisogna maggiormente “aprire le porte”. Sul discorso violenza negli stadi Tavecchio è da sempre un fautore dell’abbattimento delle barriere. “Siamo un Paese dove servono le tessere anche per andare alla toilette mentre il problema è la cultura di base – ha spiegato – Una filosofia che deve essere costruita fin dalle scuole elementari”. Il primo argomento che dovrà affrontare è pero quello del Commissario Tecnico. Dal palco il numero uno dei Dilettanti lancia una provocazione: “Impazzisco quando leggo che la stampa italiana è preoccupata che il 6 di settembre (in realtà è il 4 a Bari, ndr) dobbiamo fare un’amichevole contro l’Olanda. Ci mando Rivera (presente in sala, ndr) a fare l’allenatore”.

Successivamente, in conferenza stampa, Tavecchio aggiusta il tiro: “Nessuna dilazione – argomenta – la nazionale dovrà avere un Ct nella prima settimana di presidenza. Bisogna trovare un soggetto che diventi una sorta di caposcuola dall’U15 all’U21 fino alla prima squadra. Scegliere una persona competente che ci metta impegno e dia una garanzia di 2-3 anni perché il progetto non si può fare in 6 mesi”. Del resto per il numero dei Dilettanti: “ad un giocatore schierato con la maglia Azzurra direi: se tu durante l’alzabandiera e l’inno di Mameli non senti i brividi lungo la schiena non entrare in campo. Stai fuori. Non abbiamo bisogno di soggetti che non sposano questa filosofia”. Nei sessanta ed oltre minuti in cui Tavecchio parla a ruota libera c’è anche uno ‘scivolone’ involontario quando il discorso verte sui giocatori extracomunitari: “Le questioni di accoglienza sono un conto, quelle del gioco un altro – spiega – L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano se hanno professionalità per farli giocare noi invece diciamo che ‘Opti Pobà’ (nome di fantasia, ndr) è venuto qua che prima mangiava le banane ed ora gioca titolare nella Lazio (esempio casuale, ndr) e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum ed il suo pedigree”. In conclusione arriva poi l’ultima battuta: “Chi me lo ha fatto fare? Me lo dice anche mia moglie. Io ho da perdere, molto da perdere”, ha concluso.

“La ‘gaffe delle banane’? Mi riferivo al calcio inglese ed alla sue regole ben precise sugli extracomunitari che prima di poter giocare devono mostrare un curriculum di professionalità prestata nel loro paese altrimenti non vengono accettati”. E’ la rettifica del presidente della Lega Dilettanti, Carlo Tavecchio, allo scivolone involontario effettuato nel corso del suo discorso davanti all’Assemblea straordinaria della Lnd che gli ha dato mandato di candidarsi alla presidenza della Figc. Tavecchio aveva usato un’espressione infelice sulla questione relativa all’utilizzo dei calciatori extracomunitari per spiegare le differenze fra il regolamento del Regno Unito e quello italiano. “Se qualcuno può aver interpretato il mio intervento in maniera offensiva me ne scuso – aggiunge – la mia vita è improntata all’impegno sociale, al rispetto di tutte le persone ed al volontariato”.

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