Rio de Janeiro (Brasile), 11 giu. (LaPresse) – In Sudafrica era troppo giovane, tra quattro anni in Russia potrebbe non essere più all’apice della sua carriera. A 26 anni compiuti, è Lionel Messi la stella in assoluto più attesa nel Mondiale in Brasile. La ‘Pulce’ argentina arriva però un po’ offuscata rispetto alle previsioni della vigilia. Colpa di una stagione al Barcellona con più ombre che luci, ma anche di fattori extracalcistici come le indagini del fisco spagnolo o quelle, venute fuori in questi giorni, legate a presunti illeciti in partite amichevoli legate al suo nome. Oltretutto, nell’ultima uscita con la sua nazionale prima dell’inizio del Mondiale con la Slovenia, Messi ha accusato nuovamente conati di vomito, che il ct dell’Albiceleste Alejandro Sabella si è affrettato a motivare come dovuti all’ansia e allo stress pre-Mondiale. Non certo il miglior biglietto da visita con cui presentarsi in Brasile. A prescindere dal fuoriclasse del Barcellona, l’Argentina può contare su un potenziale offensivo che non ha eguali e che dovrebbe consentirle di superare senza problemi il girone F, che si annuncia equilibrato per il secondo posto.
Ai nastri di partenza della Coppa del Mondo si presenta per la prima volta nella storia anche la Bosnia, guidata dal suo leader Edin Dzeko, attaccante del Manchester City reduce da una stagione non brillantissima ma sicuramente tra i più affidabili nel ruolo di centravanti. Parte con ottime credenziali anche la Nigeria, vincitrice della Coppa d’Africa nel 2013, che ha nel centrocampista Obi Mikel, cercato anche dall’Inter, il suo faro per esperienza internazionale e per duttilità tattica. Completa il quadro l’Iran, che sotto la guida del ct Carlos Queiroz ha ritrovato compattezza e organizzazione in campo che la permesso di qualificarsi come prima del suo girone. Il calciatore più rappresentativo è sicuramente il centrocampista Javad Nekounam, attualmente all’Al Kuwait ma con un lungo passato in Liga all’Osasuna.
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