Dal nostro inviato Attilio Celeghini. Monte Zoncolan (Udine), 31 mag. (LaPresse) – Il severissimo giudice Zoncolan ha espresso il suo verdetto. Che in verità è una conferma: il Giro d’Italia 2014 è di Nairo Quintana. Nell’ultimo, difficilissimo ostacolo, la tappa scattata da Maniago con arrivo al termine della salita più dura d’Europa, a tronfare a sorpresa è l’australiano della Tinkoff Saxo Michael Rogers, non certo uno specialista di scalate visti i tre titoli mondiali nella crono. La notizia più attesa, però, riguarda il colombiano della Movistar, che si limita a controllare le eventuali imboscate degli ultimi due pretendenti alla sua corona, il connazionale Rigoberto Uran e Fabio Aru, splendido secondo nella cronoscalata di ieri con traguardo sul Monte Grappa. Quintana conserva, come nelle previsioni, il cospicuo vantaggio con cui si era presentato prima della salita del ‘Kaiser’. Domani, nella passerella finale da Gemona a Trieste, il colombiano con la faccia da duro potrà concedersi, finalmente, quel sorriso fino ad oggi concesso con il contagocce.

Se Rogers riesce nell’impresa di centrare il bis (aveva già trionfato a Savona nell’11/a tappa) tra la folla festante e variopinta (avvistato anche un uomo totalmente nudo) giunta sul ‘Maracanà’ del ciclismo, i colori italiani possono consolarsi con il terzo posto, bellissimo, prenotato nella generale da Aru. Il sardo paga il grande sforzo fatto ieri sul Grappa e non riesce a sferrare l’ultimo, disperato attacco alla maglia rosa, ma chiude un Giro vissuto da protagonista. I rimpianti di giornata sono invece per due corridori italiani che avrebbero potuto legare il loro nome alle leggenda della temibile vetta: l’eterno Franco Pellizotti, che inseguiva quella che sarebbe stata la sua più bella vittoria (il 36enne della Androni arriva a 38″ da Rogers) e del giovane Francesco Manuel Bongiorno, che a causa del gesto sconsiderato di un tifoso sulla salita finale perde forse la possibilità di lottare per il successo di tappa. Il giovane azzurro della Bardiani taglia il traguardo a 49″.

Nella prima parte tenta la fuga una ventina di corridori: tra di loro ci sono Pellizotti e Dario Cataldo, nonché il vincitore finale Rogers. Al’inizio della prima salita, quella verso il Passo del Pura, il loro vantaggio sugli inseguitori è registrato sui 3’40”. E’ l’azzurro della Sky a precedere tutti al Gpm (prima categoria) battendo nella volata il venezuelano Monsalve. Lungo la successiva discesa di oltre 7 km, il gruppo dei battistrada si allunga: ai -50 sono solo più in 15, più attardati Rodriguez, Tjallingii, Hondo e Arashiro con 40″ di distacco. In compenso, il gruppo di testa viene raggiunto da Gomez, Zardini e Wellens. I battistrada vantano in questo tratto 6′ abbondanti sul gruppo maglia rosa, trainato dagli uomini della Movistar. Cataldo si mette in evidenza anche nel Gpm (seconda categoria) di Sella Razzo, dove transita per primo sempre davanti a Monsalve. Ai -25, il gruppo maglia rosa accusa un ritardo di quasi 7′ dai 18 battistrada, lanciati verso la durissima salita dello Zoncolan. Ma le pendenze si fanno sentire e fa da spietata selezione. La Movistar, nelle retrovie, prova a stringere i tempi. Per un tratto, si porta in testa Pelizzotti, poi raggiunto da Michael Rogers e Francesco Manuel Bongiorno. Ai -5, sono al comando solo più l’australiano e il giovane azzurro della Bardiani, con il 36enne della Androni che perde terreno.

Quanto ai big di classifica, Quintana gestisce senza apparenti problemi, mentre Aru sembra arrancare. Prova ad approfittarne Uran, che chiede all’olandese Poels di aumentare l’andatura per mettere al sicuro il secondo gradino del podio finale. La maglia rosa resta sulla scia della coppia della Omega, i tre aumentano il vantaggio sugli inseguitori Aru, Pozzovivo, Majka e Rolland. In testa, invece, la spinta di un tifoso troppo ‘caldo’ sbilancia Bongiorno: l’italiano della Bardiani resta in equilibrio, ma è costretto a mettere il piede a terra. Un rallentamento che di fatto gli impedirà di lottare per il successo finale di tappa. L’australiano scappa, sul giovane della Bardiani si riporta Pellizotti. Rogers si fa largo (e in alcuni tratti è davvero un’impresa) in mezzo alle due ali di folla e trionfa sul ‘Kaiser’, seguito a 38″ dal veterano della Androni. Bongiorno è terzo, Roche e Bookwalter arrivano a più di un minuto. Nelle retrovie, giochi ormai fatti con Quintana che, con voracità da cannibale, precede negli ultimi 25 metri Uran in una ‘volatina’ tutta colombiana. I due rivali tagliano il traguardo dello Zoncolan a 4’45”. Aru si difende e giunge con un ritardo di 5’01”, ma sufficiente per blindare il terzo posto, primo italiano dietro la doppietta colombiana Quintana-Uran.

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