Torino, 17 mar. (LaPresse) – “Vorrei che non si portasse l’attenzione fuori dai temi importanti. Facciamo attenzione che il calcio non vada fuori controllo dal punto di vista etico, comportamentale e tecnico”. E’ quanto ha spiegato Marcello Nicchi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, ospite degli studi di Sky Tg24. “Si trascura il problema degli stadi da modificare, del settore giovanile da curare”, sottolinea. “Ad oggi abbiamo 1467 giocatori ammoniti e 97 espulsi. Questo significa che non c’è crescita dal settore giovanile sull’insegnamento dei comportamenti. E quello che preoccupa – aggiunge – è che non si sente una voce che chieda di smettere di fare la guerra agli arbitri. Oggi – prosegue Nicchi – gli arbitri vanno ad arbitrare una guerra, ci vorrebbe qualcuno che dicesse ‘diamoci una regolata’. Ma non ci sentiamo indifesi. C’è un regolamento e ci difendiamo con quello”.
Sulla questione relativa agli aiuti tecnologici, prosegue il numero uno dell’Aia, “non è che io sia favorevole o contrario. Riporto le sensazioni e i regolamenti in vigore. Sulla moviola in campo ognuno rispetta l’opinione degli altri. Ma nessuno di noi ha la facoltà di modificare i regolamenti”. “Io di moviola in campo non ne parlerò mai più”, chiarisce poi Nicchi ricordando come “gli arbitri non cambiano i regolamenti, li applicano. Oggi il mezzo non c’è, domani vedremo. Di sperimentazioni ne abbiamo fatte tante. La nostra associazione è tra le più moderne. Spetta solo all’International Board decidere”. L’utilizzo della prova televisiva, chiarisce Nicchi, è rivolta ai “comportamenti etici e i labiali. E’ una cosa che riguarda il fuori dal campo, a posteriori si cerca di vedere chi sfugge alle regole”. Nicchi però sottolinea come “si reclama la prova tv per il gioco violento, però poi si ricorre contro la sua applicazione”.
“Il cambio designatore è dovuto all’applicazione del regolamento, che non consente di stare più di quattro anni. Braschi ha fatto un buon lavoro in mezzo a tante difficoltà, ha fatto crescere un mondo arbitrale da rifondare, ha evidenziato la crescita giovani”: Nicchi difende l’operato del designatore, arrivato a fine incarico. “Anche noi abbiamo il nostro ‘mercato’, quando sarà il momento il comitato nazionale deciderà i nuovi ‘allenatori’”, spiega. “Noi abbiamo già la visione chiara delle cose”. Nicchi commenta poi le voci di chi vorrebbe le sue dimissioni: “Non devo rispondere a nessuno, né rendere conto delle opinioni. Io rispetto quelle degli altri, gli altri rispettino le mie. Starò al mio posto finché quando il regolamento lo consente e finché i presidenti di sezione e i delegati mi eleggeranno”. “Noi – evidenzia – riconosciamo i nostri errori. Le critiche positive le accettiamo e anzi le apprezziamo. Il mondo arbitrale è aperto ad ogni tipo di collaborazione”. Un commento poi su Rizzoli, chiamato nella squadra degli arbitri per gli incontri dei Mondiali in Brasile. “Sarà il nostro rappresentante, ci spiace perché politicamente abbiamo un solo posto, forse potevamo avere qualcun altro”, spiega Nicchi. “Ma ci saremo. Faccio un grande augurio al gioco del calcio e alla nazionale”.

