Zurigo (Svizzera), 1 mar. (LaPresse) – L’International Board della Fifa ha deciso di consentire alle donne musulmane di indossare lo Hijab, velo che copre testa e collo, durante le partite di calcio e agli uomini di indossare un turbante purchè siano dello stesso colore delle magliette di gioco. La decisione è stata presa nel corso dell’assemblea di Zurigo alla cui ha preso parte anche il presidente della Fifa Sepp Blatter. Nel corso dello stesso incontro, ancora una volta bocciata la possibilità di introdurre la moviola in campo. La Fifa ribadisce che la tecnologia potrà essere utilizzata soltanto per di casi di goal non goal. Respinta anche la richiesta dell’Uefa di rivedere la regola della ‘tripla sanzione’ nei confronti della squadra che subisce un rigore per un fallo del portiere, con conseguente espulsione di quest’ultimo. I’International Board ha deciso di prendersi altro tempo per discutere e valutare la proposta di abolire il ‘rosso’ tranne che in caso di falli gravi.
La Fifa inoltre ha vietato la possibilità di esporre slogan o immagini sotto le magliette da gioco in occasione della Coppa del Mondo Fifa, pena azioni di carattere disciplinare. Questa norma, estesa a tutte le competizioni Fifa, entrerà in vigore dal 1 giugno. Nella nuova regola così come rimodulata dall’International Board non è prevista l’ammonizione ma che i giocatori potranno essere sanzionati dagli organizzatori del torneo. E’ stata invece rimandata per ulteriori approfondimenti la discussione sulla possibilità di introdurre una sorta di espulsione temporanea al posto delle semplici ammonizioni. “Pensiamo che sia la regola più semplice per l’immagine del gioco ad iniziare dalla base. Non c’è spazio per slogan, immagini o loghi di sponsor alternativi sulle sottomaglie”, ha detto il membro Ifab Alex Horne, segretario generale della Football Association inglese. Nella finale della Coppa del Mondo 2010, il centrocampista spagnolo Andres Iniesta dopo aver segnato il gol della vittoria si tolse la maglia e mostrò una dedicata ad un giocatore spagnolo morto nel corso di quella stagione. Un gesto simile ora potrebbe costare un’ammonizione o una sanzione da parte della Fifa. L’inasprimento sulla presenza di slogan e messaggi sulle sottomaglie è diventato un tema di discussione quest’anno, ad esempio dopo gli slogan di tributo di Didier Drogba del Galatasaray nei confronti di Nelson Mandela. In passato Mario Balotelli è diventato famoso anche grazie alla scritta sotto la maglietta “Why Always Me?”, mostrata dopo aver segnato un gol decisivo nel derby tra Manchester City e Manchester United nel 2011.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata