Londra (Regno Unito), 17 nov. (LaPresse) – “Faccio tanti esperimenti perché ho poco tempo: non aver avuto gli stage non è un problema, ma un dato di fatto. Certo, ne avessi avuti alcuni non avrei dovuto chiamare tanti giocatori e non saremmo incappati in certe figuracce, almeno nei risultati”. Queste le parole di Cesare Prandelli alla vigilia della gara amichevole di domani sera con la Nigeria, in cui potrebbe vedersi l’ennesima formazione sperimentale. “Ora tutti pensano al campionato, poi al Mondiale saranno tutti tifosissimi – ha sottolineato il ct – Mi piacerebbe più entusiasmo ora”. A proposito dell’avversario di domani, Prandelli avverte i suoi. “Ha almeno 10 elementi che giocano in Europa, mi aspetto un avversario molto forte soprattutto sul piano fisico – ha assicurato l’ex allenatore della Fiorentina – Il calcio africano ha ormai messo le radici, facendo registrare un grande miglioramento tattico individuale, se non proprio collettivo. Hanno una grande capacità di reazione, e se la Nigeria arriverà al Mondiale con una buona forma fisica, potrà sicuramente fare la sua parte”, ha concluso il ct degli azzurri.
In merito alla formazione titolare, l’unica certezza è rappresentata da Giuseppe Rossi. “E’ pronto e l’idea è quella di vederlo in campo dall’inizio. Vediamo per la formazione l’allenamento di stasera – ha rivelato – E’ capace di giocare sia come prima che come seconda punta, si sa adattare e dettare i tempi. Di certo pensare di giocare con lui come unica punta significherebbe dover individuare due o tre giocatori che a centrocampo siano in grado di attaccare la difesa avversaria”. Sul modulo di gioco, Prandelli non si sbilancia. “Ho le idee abbastanza chiare anche se dobbiamo stabilire bene qual è il migliore: ora vediamo qual è la seconda punta giusta. Non vorrei parlare dei 23 che verranno in Brasile – ha sottolineato l’ex allenatore della Fiorentina – In questo momento piuttosto mi interessa verificare il modulo tattico. In particolare, capire come dare densità al centrocampo, che sia in grado di difendere e attaccare. Parlare di 4-4-2 o 3-5-2 è solo un discorso di numeri in questo momento. Ogni partita costituisce un banco di riflessione”.
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