Milano, 4 nov. (LaPresse) – L’ottava edizione del premio Giacinto Facchetti è stata vinta da Eric Abidal, il 34enne difensore ex Barcellona ed oggi al Monaco, colpito da un tumore al fegato da cui è guarito, prima di sottoporsi ad un trapianto dopo un nuovo peggioramento delle sue condizioni. Alla consegna del premio oggi presso la sede di Rcs a Milano, si è ritrovato il gotha dello sport italiano. Il premio intitolato al leggendario difensore dell’Inter, è stato consegnato da Javier Zanetti che lo vinse nel 2012 e dalla moglie del compianto dirigente nerazzurro, Giovanna. Abidal ha commosso tutti raccontando il suo cammino di speranza, supportato dalla sua famiglia, dalla fede e anche da un motto quanto mai significativo: “Io non ho paura”.

“Il mondo del calcio ha tante debolezze ma anche tante grandezze” ha commentato il presidente della Figc, Giancarlo Abete. “Abidal trasmette una grande serenità, è una grande persone ed ora capisco perché ha vinto tanto” ha aggiunto Adriano Galliani, a.d. del Milan. “Colpisce la serenità che ha nel discutere del suo male – spiega Andrea Agnelli, presidente della Juventus – è il male degli anni nostri, ma si deve sapere che se ne può uscire e continuare ad essere sé stessi”. “Una grande persona che trasmette positività – ha aggiunto urbano Cairo – rivederlo in campo dopo il trapianto è una cosa strepitosa”. “Mi ha colpito l’enfasi che dà all’aspetto spirituale della sua vita, ha dato una dimostrazione del valore della fede” ha aggiunto Claudio Lotito. “E’ importante dare speranza e testimonianza” ha spiegato il presidente della Lega Serie B, Andrea Abodi. Il premio di 10mila euro è stato devoluto alla neonata fondazione Abidal, il giocatore francese ha anche ricevuto l’abituale trofeo scolpito da Stefano Pierotti. Alla cerimonia era anche presente il presidente del Coni, Giovanni Malagò.

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