Milano, 9.ott (LaPresse) – La Lega di Serie A, come preannunciato dal suo presidente Maurizio Beretta al termine dell’assemblea di lunedì, ha formalmente chiesto alla Figc il cambiamento della norma relativa alla discriminazione territoriale dopo la decisione del giudice sportivo di chiudere per un turno lo stadio di San Siro a causa dei cori dei tifosi del Milan contro i napoletani durante il match giocato a Torino con la Juventus. “Abbiamo spedito formalmente alla Federcalcio una lettera chiedendo di modificare la norma sulla discriminazione territoriale – ha rivelato il presidente della Lega Serie A a margine della presentazione della collezione Panini ‘Calciatori Adrenalyn XL 2013-14’ – Anche oggi mi sono sentito con Abete, gli abbiamo inviato una lettera precisa con la posizione della Lega Serie A chiedendo di convocare, con urgenza, il Consiglio Federale, che secondo noi è la sede più appropriata”. Chiara la posizione della Lega. “Bisogna avere un sistema sanzionatorio che vada contro le minoranze delle tifoserie che si macchiano di questi gesti e a favore della maggioranza di persone che condivide i valori dello sport – ha sottolineato Beretta – Altrimenti si rischia di dare voce ai ricatti delle minoranze. Nessuno mai ha messo in dubbio le sanzioni, ma probabilmente c’è da capire come si ottiene questo risultato facendo gli interessi dei tifosi perbene – prosegue Beretta – il nostro è un ragionamento freddo, laico e pragmatico per cercare la soluzione migliore. Rischiamo di consegnare le chiavi dello stadio e del campionato a delle piccole minoranze. La chiusura completa dello stadio è una cosa molto grave e negativa che va ripensata, con tutte le attenuanti del caso valutando l’impegno dei singoli club”, ha concluso Beretta.

ABETE – “Della questione discuteremo nel prossimo Consiglio Federale, ho parlato con Beretta”, risponde il presidente della Figc Giancarlo Abete da Napoli, dove la nazione sarà impegnata martedì contero l’Armenia. “Va punita ogni forma di razzismo – evidenzia Abete – ma ci sono offese che non vanno considerate discriminazioni territoriali”.

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