Roma, 8 ott. (LaPresse) – “Una riflessione sulla modalità applicativa in relazione alle situazioni che intervengono è opportuna ed è un fatto naturale ma il quadro normativo è delineato e non è frutto di una decisione autonoma della Figc ma di un sistema di contrasto che è stato recepito a livello internazionale”. Lo dice il presidente della Figc, Giancarlo Abete, a margine della Giunta del Coni rispondendo alle parole dell’ad del Milan, Adriano Galliani, che ieri sera al termine del consiglio di Lega aveva detto che la norma sulla ‘discriminazione territoriale’ andava cambiata dopo la decisione della chiusura per un turno dello stadio di San Siro per il Milan a causa dei cori dei suoi tifosi in occasione della partita contro la Juventus. Una riflessione supportata dall’intera Lega di Serie A. “L’Italia ha recepito una normativa dell’Uefa – ha aggiunto Abete rivelando di aver parlato sia con lo stesso Galliani che con il presidente di Lega, Maurizio Beretta – Siamo all’interno di un contesto internazionale che prevede una diversa modalità di contrasto nei confronti di situazioni di discriminazione”.
“La ratio della norma Uefa è quella di salvaguardare la dignità della persona umana”, specifica Abete che prende ad esempio la decisione assunta per Lazio-Legia Varsavia di Europa League (un turno a porte chiuse per i biancocelesti, ndr) “determinata da frasi che non avevano una logica di discriminazione in quanto tale”. “Galliani dice che in Europa la norma non c’è? Nel nostro codice è presente da tantissimo tempo – gli ribatte Abete – a determinare attenzione è il fatto che è cambiata la gradualità delle norme. Sono state varate dal consiglio Figc che è anche l’unico soggetto in grado di fare modifiche ma un indirizzo strategico era stato individuato congiuntamente da tutte le componenti”.
“Posso capire lo sfogo del presidente di turno che è penalizzato per colpa di una minoranza ma ci si deve uniformare a quelle che sono le disposizioni dell’Uefa”. Lo dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, sulle polemiche innescate dall’ad del Milan, Adriano Galliani, sulla chiusura dello stadio di San Siro per un turno a causa dei cori di discriminazione territoriale dei tifosi rossoneri. “Quello che mi sento di dire è che non possiamo fare un discorso su chi ha la pelle di un altro colore o su chi viene da un’altra città. Sarebbe paradossale. Di conseguenza ci si deve uniformare alla precise disposizioni dell’organismo internazionale”. Secondo Malagò: “Tutto è incardinato nel presupposto della responsabilità oggettiva”. “Io non vedo che una soluzione – conclude – ovvero che il settore della stadio interessato faccia qualcosa contro chi penalizza la propria squadra. Non vedo alternative”.
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