Roma, 1 ott. (LaPresse) – “Inter-Roma? E’ sempre difficile vincere una gara di campionato. E’ così contro tutti ma mi piace di giocare contro l’Inter perchè io faccio questo mestiere per vivere queste grandi partite, così come i giocatori. Se abbiamo la possibilità di giocare gare di questo livello sarà una cosa bella. Siamo motivati e spero che sia una grande partita”. Così Rudi Garcia in una lunga intervista concessa al Tg1. Il tecnico che ha portato la Roma in vetta alla classifica parla anche della possibile inversione di campo di Roma-Napoli. “Vedremo. Non decido io, ho solo detto che giocare tre partite fuori casa di fila mi sembra essere una cosa non normale. Anche non giocarla o farlo a dicembre non è possibile – dichiara il tecnico francese – cambia tutto. Vedremo quello che succederà”. Quindi Garcia spiega quali sono i dettami che ha inculcato nella squadra e che in così poco tempo hanno prodotto risultato inaspettati: “La cosa più importante è che ogni giocatore si senta guardato dal proprio allenatore. Parlo con tutti, per me sono tutti uguali perchè abbiamo bisogno di tutti. Uno che sta in panchina oggi sarà titolare domani, faremo una grande stagione solo se saremo tutti insieme”.

Un Garcia che parla già un ottimo italiano. “Penso che per il rispetto dei tifosi, quando uno arriva in un paese, sia importante imparare velocemente la lingua”, spiega il tecnico transalpino. Si parla molto di lui in queste settimane, ma il tecnico francese vola basso: “Anche troppo. Spero che sarà lo stesso alla fine della stagione. Sarà molto più importante”. Quindi si descrive come allenatore: “E’ difficile parlare della mia persona, meglio chiederlo agli altri. Io guardo sempre in avanti, è la cosa più importante. Quello che più mi piace è vedere la gioia dei miei giocatori quando facciamo un gol”. Un allenatore a 360°, che cura tutti gli aspetti della squadra: “Penso che i dettagli siano molto importanti, possono cambiare un risultato o anche una stagione intera. Non sono capace di vedere al futuro, come nessuno, però di intervenire si”. In Francia è stato paragonato a Mourinho, qui in Italia lo hanno già accostato a Capello: “Anche qui in Italia ci sono tanti grandi allenatori. Io ho il mio metodo di lavoro ma la cosa più importante sono i giocatori. Quello che voglio è che stiano completamente nel progetto di gioco, così si fanno le cose – spiega – collettivamente. La parola collettivo è importante per me, il gruppo sopra a tutto”.

Al suo arrivo a Roma, Garcia aveva detto “non temo niente”. “L’ambiente era molto negativo intorno alla squadra. Ho sentito anche insulti ma questo non è il calcio – dichiara Garcia – il calcio è andare a vedere la partita con la famiglia, i bambini. Essere tifosi è una bella cosa, ma sempre nel rispetto delle persone. Inevitabile parlare di Totti, sempre più al centro del suo progetto. E’ normale e facile. Tutti lo conoscono nel calcio – dichiara – è un fuoriclasse uno dei più grandi giocatori che il calcio ha avuto. Ho trovato un uomo molto umile, con spirito creativo, pensa agli altri ed è un esempio per il calcio. E’ una persona molto importante, non solo per la Roma ma per tutto il calcio”. Infine Garcia dice non essere rimasto stupito da nulla in particolare: “Sapevo che l’ambiente fosse molto negativo: non mi piace quando uno critica un calciatore della mia squadra ma non cambia niente nello spogliatoio. Se io ho una cosa da dire lo faccio, è come una famiglia. In francese si dice: ‘I panni sporchi si lavano in famiglia’”, conclude.

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