San Francisco (California, Usa), 25 set. (LaPresse Impresa storica di Oracle Team Usa, che ha vinto la 34/a America’s Cup al termine di una rimonta che ha dell’incredibile. Il consorzio americano ha vinto la diciannovesima e decisiva regata di finale con un margine di 44 secondi su Emirates Team New Zealand. Guidato dallo skipper James Spithill, Oracle Team Usa, in svantaggio per 8-1 e con due punti di penalitò, alla fine si aggiudica il trofeo con il punteggio di 9-8. E’ la seconda volta che Oracle Team Usa e Spithill vincono l’America’s Cup: il primo successo lo avevano ottenuto a Valencia il giorno di San Valentino del 2010. Il talento australiano, con i suoi trent’anni, era stato il più giovane skipper a vincere il trofeo in oltre centosessantadue anni di storia della competizione. Nel corso della settimana passata, Oracle ha migliorato sensibilmente le sue performance ed è riuscito a fare foiling di bolina, toccando velocità superiori ai 30 nodi. Prestazioni senza precedenti non solo nella storia dell’America’s Cup. “E’ stata una regata fantastica, non sarebbe potuto essere altrimenti – ha detto Spithill, vincitore di due America’s Cup, al sito ufficiale della manifestazione – Eravamo in rimonta, e i ragazzi hanno mostrato grande cuore. Da solo puoi non essere nessuno, ma quando sei insieme a un team del genere, diventi un grande. Eravamo sotto otto a uno, sembravamo spacciati, ma i ragazzi non hanno mollato. Grazie a San Francisco per questa giornata indimenticabile”.
La vittoria di Oracle Usa entra di diritto tra le grandi imprese sportive di tutti i tempi. Solo il 18 settembre il Defender era sotto di otto a uno e nonostante ciò ha vinto, mettendo a segno un totale di undici vittorie, due in più delle nove necessarie in virtù della penalità inflitta dalla Giuria Internazionale. Quella andata in scena a San Francisco è stata la terza finale di America’s Cup ad essere giunta alla sfida decisiva. In precedenza era capitato nel 1920 e nel 1983. In entrambi i casi ha vinto la barca in rimonta, ma mai risalita da un passivo come quello scalato da Oracle. “E’ stato un match meraviglioso – ha detto il Regatta Director, Iain Murray, in America’s Cup dal 1983 – La situazione era simile, ma in fondo molto diversa, da quella in cui si era trovata Australia II nel 1983. Lì si partiva da un passivo di tre regate. Inoltre, a inseguire era lo sfidante, non il defender”. Nel corso delle finali della 34/a America’s Cup sono stati più di un milione i visitatori che hanno visitato l’America’s Cup Village sui Piers 27 e 29 a Marina Green e molti di questi hanno affollato il lungomare di San Francisco per vivere le emozioni regalate dai catamarani AC72.
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