Roma, 25 lug. (LaPresse) – Lazio e Mauri al contrattacco. Nella seconda ed ultima giornata del processo di primo grado al calcioscommesse relativo alle gare Lazio-Genoa (14 maggio 2011) e Lecce-Lazio (22 maggio 2011) i legali della società biancoceleste e del capitano hanno tentato di smontare le accuse del procuratore federale Stefano Palazzi dopo le pesanti richieste di pena effettuate ieri: 4 anni e 6 mesi per il giocatore per doppio illecito e 6 punti di penalizzazione alla società per responsabilità oggettiva. Fuori dall’Nh Hotel Vittorio Veneto un sit-in pacifico di una cinquantina di tifosi, che hanno esposto uno striscione recante la scritta ‘Attenti, i conti con la Lazio e Mauri fateli bene’, dentro le arringhe dei legali. Il primo a prendere la parola è stato l’avvocato della Lazio, Gian Michele Gentile, che ha puntato sulla scarsa attendibilità delle parole di Carlo Gervasoni, il ‘pentito’ dell’inchiesta che “parla non di fatti cui ha assistito direttamente, ma fatti di cui ha avuto conoscenza da un altra persona (ovvero lo zingaro Gegic)”. Prima di Gentile ha preso la parola fornendo dichiarazioni spontanee Alessandro Zamperini. L’ormai ex amico fraterno di Stefano Mauri ha voluto raccontare la sua versione dei fatti: “La sera del 13 maggio vengo contattato da Mario Cassano che via skype mi fa conoscere una persona, Carlo Gervasoni – spiega – Lui era venuto a conoscenza del fatto che avevo tanti amici nel mondo del calcio e mi chiede se il giorno dopo posso incontrare un’altra persona (il membro del cosiddetto clan degli zingari, Hristiyan Ilievski, ndr) che voleva parlarmi. Io acconsento”.

Zamperini prosegue raccontando che: “La mattina del 14 maggio ci siamo incontrati sulla Cassia e successivamente sono stato a Formello con Ilievski. Sono entrato solamente io nel centro sportivo dove Mauri mi ha raggiunto alla guardiola per darmi il mio biglietto nominativo per la gara. Poi sono uscito ed ho accompagnato Ilievski in centro a Roma. Ci siamo presi un caffè e poi non l’ho più visto”. Zamperini rivela che sotto le pressioni di Gervasoni ed Ilievski decide di andare a Lecce per tentare di avvicinare Ferrario e “combinare qualcosa” nella gara fra i salentini e la Lazio. “Ferrario mi blocca subito stizzito dicendomi che era infortunato e non era interessato a queste cose ed io lo riferisco ad Ilievski – prosegue – Sono stato un altro paio di giorni a Lecce dove sono andato a cena anche con Ferrario e la sua ragazza e lì finisce tutto”. Anche lo stesso Ferrario ha preso la parola in aula. Il calciatore si è detto colpevole di omessa denuncia ma non di illecito sportivo e di aver capito solo in un secondo momento il perché del “corteggiamento” di Zamperini in quei giorni. “Ho sbagliato per ignoranza e superficialità – ha detto – mi prendo le mie colpe ma se mi condannate per illecito condannate un innocente”.

La parte più succosa della giornata però si è vissuta in coda con l’arringa degli avvocati Buceti e Melandri, difensori di Stefano Mauri. Il primo ha rilevato come “la necessità ossessiva di cercare sempre e in ogni caso la quadratura del cerchio non può arrivare a forzare il limite della ragionevolezza”. “Deve esserci una ragionevole certezza dell’illecito perché la carriera di Mauri verrebbe polverizzata”, aggiunge. Il collega del collego difensivo Melandri invece ha effettuato un attenta analisi delle scommesse sulle due gare innquestione nel procedimento effettuate nel punto scommesse gestito da Luca Aureli che, secondo il pocuratore Palazzi sarebbe il “collettore” delle giocate per i giocatori della Lazio. Da tale documentazione, che riguarda sia il flusso di giocate, che i tempi di registrazione delle stesse, che la qualità dei valori delle giocate poche e di modesto valore, emerge chiaramente l’assoluta inconciliabilità delle medesime con i presunti accordi manipolatori. In particolare per Lazio-Genoa nell’agenzia di Aureli si registrano 86 volte di cui solo 7 vincenti su Lazio-Genoa e 162 giocate di cui 8 vincenti su Lecce-Lazio. “Allo stesso tempo viene confermata la scommessa sul tennis (match Wozniacki-Jankovic degli Internazionali d’Italia) già sostenuta dal giocatore”, conclude Melandri. La precisione del legale ha indotto il procuratore Palazzi ad avere l’ultima parola “Mauri ha detto di non aver mai scommesso, e poi ha dovuto ammettere il contrario. E aveva detto di non conoscere Aureli se non come amico di Zamperini, quando invece l’anno prima era stato in vacanza insieme a lui e allo stesso Zamperini a Formentera”, ha puntualizzato stizzito. Ora il verdetto di primo grado, atteso per metà della prossima settimana, spetta alla commissione disciplinare.

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