Torino, 1 giu. (LaPresse) – La ‘guerra delle gomme’ rischia di compromettere il futuro di Pirelli in Formula 1. La Federazione Internazionale dell’automobile vuole fare chiarezza sul caso che sta spaccando il mondo del Circus e rischia di avvelenare un campionato che ha già riservato parecchie scintille tra i team. Sotto accusa, la Mercedes e l’azienda italiana fornitrice unica dei pneumatici del Mondiale: il fortissimo sospetto è che la scuderia tedesca sia stata in quale modo favorita dalla Pirelli. La polemica si è, come prevedibile, amplificata dopo la recente vittoria di Nico Rosberg, proprio alla guida di una ‘Freccia d’Argento’, nell’ultimo Gran Premio di Montecarlo. Proprio nel corso della gara del Principato è esploso il caso. Gli altri team in corsa per il titolo, Ferrari e Red Bull in testa, reclamano a gran voce la verità sulla vicenda per capire se effettivamente siano state svantaggiate nelle ultime uscite in pista e chiedono di essere ‘ricompensate’ con parità di trattamento.
I fatti all’origine del caso sono ormai noti. Il 15, 16, 17 maggio scorso, sul circuito del Montmelò, pochi giorni il trionfo di Fernando Alonso nel Gran Premio di Spagna, la Mercedes effettua dei test con le gomme Pirelli, per un totale di 1000 chilometri (ma c’è chi dice la distanza sia stata anche maggiore). Proprio la scuderia di Stoccarda, nella precedente gara, aveva mostrato evidenti difficoltà nel trattare il degrado dei pneumatici, che come ben sanno gli appassionati di Formula 1 è un fattore decisivo nella gestione della gara. La notizia, però, emerge solo durante il weekend di Montecarlo. E il sospetto che i test fuori stagione abbiano contribuito in maniera decisiva a colmare il ‘gap’ della Mercedes, alla luce della successiva prestazione sul circuito di Monaco (con la prima vittoria stagionale di Rosberg), emerge negli altri team in maniera quasi ovvia.
Il reclamo ufficiale di Ferrari e Red Bull non si fa attendere e punta il dito, oltre che sulla Mercedes, verso Pirelli: Maranello e la ‘scuderia con le ali’ vogliono sapere perché i test siano stati effettuati con le monoposto di quest’anno e non, come prevede il regolamento, con quelle degli anni precedenti. La ‘legge’ del Circus vieta infatti, a stagione in corso, collaudi con la macchina attuale, ma con monoposto al massimo ‘vecchie’ di 2 anni. La Red Bull non usa molti giri di parole: secondo i campioni del mondo, la Mercedes ha agito ‘sottobanco’ e le prove sono state condotte in maniera irregolare.
Pirelli prova a difendersi: tutte le scuderie, ha replicato l’azienda, erano state informate dell’opportunità di usufruire di chilometri aggiuntivi per provare le gomme. “I test non hanno favorito alcuna squadra, come sempre abbiamo agito in maniera professionale, trasparente e con assoluta buona fede”, ha ribadito ancora ieri, in un comunicato, Pirelli. “Le gomme utilizzate – si legge – non erano quelle del campionato corrente ma appartenevano a un range di prodotto ancora in fase di sviluppo, in vista di un eventuale rinnovo del contratto di fornitura. Inoltre, nessuno dei test effettuati aveva la finalità di contribuire alla messa a punto di specifiche vetture, ma solo di sperimentare soluzioni per le gomme destinate ai prossimi campionati”. “Abbiamo spiegato tutto nel comunicato, credo sia difficile dire di più. Non abbiamo niente da aggiungere”, ha spiegato Francesco Tarallo, dell’ufficio stampa Pirelli, contattato da LaPresse sull’argomento.
La Ferrari però chiede chiarezza. Una volta esploso il caso, la casa di Maranello si è dichiarata non a conoscenza del fatto che si poteva utilizzare la monoposto di quest’anno, perché c’è, appunto, il regolamento che lo vieta. Altro nodo cruciale: chi ha dato l’autorizzazione per i test? In ballo c’è la violazione dell’art. 22.4 del regolamento, quello appunto impugnato dalle scuderie contro la ‘scorciatoia’ utilizzata dalla Mercedes.
L’ultima parola sull’intricata vicenda spetta alla Federazione Internazionale, che ha chiarito di essere a conoscenza della richiesta di Pirelli di poter testare gomme con la monoposto 2013, ma a patto – ovviamente – che ci fosse l’ok di tutti i team. Della tre giorni di Montmelò, però, la Fia precisa di non averne più saputo nulla. E ora, giustamente, vuole vederci chiaro: sarà il Tribunale internazionale, organo esterno rispetto alla Federazione, a decidere sulle eventuali sanzioni una volta completata l’indagine. Alla Pirelli sono già stati chiesti tutti i dati relativi ai test: Jean Todt, presidente Fia, è irremovibile, vuole tutte le informazioni disponibili sul caso, tra i più scottanti mai avuti nella storia della Formula 1. I tempi tecnici potrebbero richiedere anche due mesi.
Se per la Mercedes il rischio è di vedersi penalizzata in classifica in termini di punti, per la Pirelli il problema è di natura contrattuale: in ballo c’è il rinnovo triennale della fornitura delle gomme per il Mondiale di Formula 1. La certezza è che la ‘tyre story’ riserverà altri capitoli, che avveleneranno ulteriormente la settimana che porta al Gran Premio di Montreal. Chi non sembra essere preoccupato della vicenda è Lewis Hamilton: “Ci hanno chiesto di fare un lavoro, l’abbiamo fatto, è stato divertente. Dei test dovete parlare con la Pirelli”, è stato il commento del pilota inglese della Mercedes.
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