Milano, 8 apr. (LaPresse) – “Non ho cambiato idea, che poi sia arrabbiato o no, non ho cambiato idea”. Così un ancora furente Massimo Moratti torna sulle dichiarazioni del post Inter-Atalanta e sul fatto di non credere più “nella buona fede degli arbitri”. E’ inevitabile ripartire da quelle parole pronunciate a caldo. “No, non credo proprio di dover spiegare meglio. Basta vedere come sta andando questo campionato e soprattutto nei nostri riguardi. Quindi – si legge sul sito dell’Inter – quando c’è una volontà di colpire, comunque lo si fa. Nel dubbio il rigore su Rocchi non si dà, nel non-dubbio – perché non è esistito niente – il rigore contro di noi si dà. E comunque è da 21 giornate che non vediamo un rigore”.
A Moratti viene poi chiesto un commento sulle parole di Paolo Bonolis, che ha parlato chiaramente di un disegno per portare il Milan in Champions League. Il presidente interista, però, glissa: “Io non sono Bonolis, quindi… Credo che debba Bonolis poi rispondere a questo e al Milan. Ognuno può avere una sua opinione – spiega – come io ho la mia sul fatto del danneggiamento costante. E lui può avere quella. Siamo in un Paese libero in cui si possono dire queste cose”. Sulla possibilità che si prendano delle misure eccezionali come schierare la Primavera nelle prossime partite, Moratti replica ironico: “No, aiutare ancora di più no”.
Tornando alla partita di ieri e al blackout della squadra dopo il rigore all’Atalanta, il presidente dell’Inter crede “che non bisogna essere così fragili perché altrimenti è troppo facile”. Sulle residue speranze di qualificazione alla prossima Champions, il patron nerazzurro ammette: “Penso che sia difficile”. L’esclusione dalle Coppe potrebbe anche voler dire strategie di mercato volte alla cessione di qualche altro big, ma Moratti per ora frena: “Adesso non è il momento di parlare di queste cose”.
REPLICA ABETE. “L’errore dell’arbitro c’è e ci può essere, come quello di calciatori della nazionale. Come l’errore di fronte alla porta di un calciatore di qualità. Moratti non crede alla buona fede? Dovrebbe crederci tranquillamente anche lui”. A margine della presentazione del ‘Premio Bearzot’, il presidente federale Giancarlo Abete ha risposto così al presidente Massimo Moratti. Osservazioni collegate alle critiche del numero dell’Inter nei confronti dell’arbitraggio di Gervasoni nella sfida con l’Atalanta. Abete comprende la rabbia di Moratti e della squadra nerazzurra legata “a un rigore dato che non doveva essere concesso sul risultato di 3-1”, come ammesso dallo stesso presidente federale che poi spiega come “chiaramente c’è amarezza perchè il rigore manca da tante giornate, però al di la di questo non esiste nessun’altra logica”.
“La critica ci sta tutta – ha continuato Abete – ma non è un problema collegato alla buona o cattiva fede. La buona fede c’è da parte del mondo arbitrale. Mi sembra che anche il presidente Moratti in un’intervista di qualche tempo fa rappresentava, riguardo le problematiche di alcune decisioni arbitrali, la critica in merito a queste decisioni. Ma non le collegava a nessuna fattispecie che non sussiste. Ci sono degli errori, alcune volte accadono in momenti complessi della vita di una squadra, parliamo di un rigore che ha portato l’Atalanta a ridurre lo svantaggio dal 3-1 al 3-2 con tutta una evoluzione successiva della partita. Questi errori dispiacciono in primis al mondo arbitrale e alla federazione”.
DURO NICCHI (AIA). “Gli arbitri sono atleti, che sbagliano come tutti. Una cosa è certa al 110%: la loro assoluta buona fede. Chi non ha fiducia nelle componenti federali non può fare calcio”, ha dichiarato il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Marcello Nicchi in risposta alle parole di Moratti.
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