Milano, 1 feb. (LaPresse) – Tanto sincero quanto determinato. Mario Balotelli si è presentato così alla folla di giornalisti, molti provenienti dall’Inghilterra, che hanno affollato la sala ‘Executive’ dello stadio Meazza. Una semplice ma deciso “sì” è stata la risposta a chi gli chiedeva se avrebbe esultato in caso di gol all’Inter. Un “no” altrettanto secco invece è arrivato al cronista del ‘Sun’. “Quando ero in Inghilterra il tuo giornale non mi ha trattato bene e quindi non ti rispondo”, ha spiegato.
I temi trattati da Super Mario sono stanti tanti, a partire da quello del razzismo. “Non so come si faccia a sconfiggere ma bisogna tenere duro e prima poi questa battaglia si vincerà – ha detto – Se avrei lasciato il campo come Boateng? Non so, avrei dovuto trovarmi nella situazione. In passato sono stato anche io vittima di cori razzisti in campo ma non l’ho fatto”.
Disinteresse invece per la politica e la campagna elettorale: “Non ho vergogna a dire che non ho mai votato perché non mi interesso di politica”, ha detto in maniera molto candida a chi gli chiedeva se avesse votato Silvio Berlusconi. Chiusa anche la pagina sulla famosa frase della ‘Mela Marcia’ pronunciata dal patron rossonero: “In Inghilterra questa cosa non mi è arrivata. L’ho sentita dopo quando il mio procuratore si era già spiegato con Galliani quindi non ho niente da dire a riguardo”. Silenzio pure sulla vita privata. “Siete voi che parlate – ha detto ai giornalisti – io penso a fare il calciatore. Balotellate? Non le conosco”.
Tornando sulle questioni di campo Balotelli ha detto di essere arrivato al Milan “per vincere da protagonista” e che da tempo voleva il rossonero. La scelta di tornare in Italia è stata dettata anche dal voler “star vicino alla mia famiglia ed ai miei amici”. Riguardo ai suoi nuovi compagni di squadra l’attaccante ha detto che il feeling è già buono “l’ho visto in allenamento” svelando di avere un sogno comune con El Sharaawy: “giocare il mondiale e farlo insieme”.
Entusiasta pure Adriano Galliani: “Come Milan siamo contenti e orgogliosi di aver portato in Italia il centravanti della Nazionale. È stata una trattativa lunga, difficile e complessa – ha detto – Ci abbiamo messo tanto tempo. È stata una delle trattative più dure nei miei 27 anni di Milan, ma volevamo assolutamente riportare Mario in Italia nella squadra del suo cuore”. Ora la palla passa al tecnico Massimiliano Allegri. L’obiettivo è sempre lo stesso ovvero qualificarsi alla Champions League “ed in questo Mario ci darà una grossa mano”. Una speranza condivisa da tutto il popolo rossonero.
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