Udine, 22 gen. (LaPresse) – “Non pensavo di poter percorrere questa strada. L’inizio è stato piuttosto casuale: mi trovavo nella mia città e i dirigenti del Giorgione mi hanno chiesto di allenare i ragazzini, ma non avevo in mente di fare carriera in questo settore. E’ cominciato tutto come un passatempo e mi divertivo un sacco”. Così il tecnico dell’Udinese, Francesco Guidolin, racconta i suoi inizi in un’intervista al canale tematico della società. “Quando è scattata la scintilla? Quando sono andato al Treviso in C2 – ha rivelato – La stagione aveva avuto un piacevole sviluppo e ormai ero coinvolto nella parte. Poi è arrivata la proposta del Fano dalla C1 e così è cominciato un girovagare che continua tuttora”.

La piazza alla quale la sua carriera resta maggiormente legata è però senza dubbio quella di Udine: “Sono tornato con un grandissimo entusiasmo e l’inizio negativo del 2010 mi aveva deluso e scoraggiato. La saggezza della famiglia Pozzo e la pazienza dell’ambiente hanno permesso la scalata che ancora non si è fermata – ha detto – Gianpaolo Pozzo è la persona con cui ho stretto il legame più profondo nel mondo del calcio. Abbiamo una sintonia particolare e vediamo i dettagli dallo stesso punto di vista. E’ un uomo di grande spessore, mai fermo e mai domo. C’è una stima reciproca di base”. Guidolin ha appena festeggiato le 500 panchine in Serie A: “Obiettivo mille? Vivo alla giornata e non guardo troppo lontano – ha spiegato – Mi piace il mio lavoro, ma lo sento e lo soffro molto. Vedremo cosa succederà alla fine di questo campionato quando parlerò con la mia società. In ogni caso voglio rimanere qui e lavorare in questo ambiente e in questa città”. Infine una battuta su Antonio Di Natale: “E’ un attaccante che fa vincere le partite e che risolve i problemi – ha concluso – Il più decisivo che abbia mai incontrato nella mia carriera”.

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