Roma, 20 nov. (LaPresse) – La partita era stata rinviata dal questore di Cagliari per motivi di ordine pubblico, in seguito dell’invito rivolto ai tifosi dal presidente del club sardo, Massimo Cellino, di recarsi allo stadio, nonostante la disposizione del prefetto di far disputare il match a porte chiuse. La partita era stata rinviata dal questore di Cagliari per motivi di ordine pubblico, in seguito dell’invito rivolto ai tifosi dal presidente del club sardo, Massimo Cellino, di recarsi allo stadio, nonostante la disposizione del prefetto di far disputare il match a porte chiuse.

“La verità è che la Roma non ha voluto giocare la partita e questo non è sportivo. Tutto il resto è aria fritta”, così il presidente del Cagliari Massimo Cellino commenta la sentenza della Corte di giustizia. Nel preannunciare ricorso al Tnas e eventualmente al Consiglio di Stato, Cellino si è detto amareggiato: “Ma non tanto per lo 0-3 a tavolino, quanto per l’atteggiamento della Roma, una società sino a questa vicenda amica, con la quale abbiamo condiviso gioie, simpatia, persino sfottò”, queste le parole del numero uno dei rossoblù, riportate dal sito del club. “Adesso, invece – aggiunge – mi trovo di fronte a un club di cui non conosco né proprietà né presidente e che ha voluto vincere a tutti i costi, anche con i sotterfugi. E’ come simulare un fallo da rigore o segnare un gol con la mano e non ammetterlo”. “Il Cagliari – prosegue Cellino – è una società seria, che magari non avrà un club a Montecitorio o a Palazzo Madama ma che può vantare senso di sportività e correttezza e che, soprattutto, ha un presidente che si espone in prima persona e non si nasconde dietro istituti di credito o fondi di investimento”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata