Bari, 2 apr. (LaPresse) – Nuovi arresti per calcioscommesse. I carabinieri hanno arrestato tre persone, tra le quali Andrea Masiello dell’Atalanta, emessi dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bari su richiesta dei magistrati della procura della Repubblica del capoluogo pugliese. Il reato contestato è associazione per delinquere finalizzata alla frode in competizioni sportive.
Oltre all’ex calciatore del Bari sono stati arrestati Fabio Giacobbe e Giovanni Carella. I due sarebbero accusati di avere scommesso su alcune partite del Bari sotto indicazione di Masiello. Le indagini riguardano le combine di alcune partite della scorsa stagione di serie A. Difende i due arrestati l’avvocato Mario Russo Frattasi.
Otto ex compagni di squadra di Andrea Masiello al Bari sono indagati nell’ambito dell’inchiesta. Sotto esame sono finite nove partite dei pugliesi nello scorso campionato di serie A, fra cui il derby in cui il Lecce vinse 0-2 ed evitò la retrocessione. I giocatori indagati sono il difensore del Bologna Daniele Portanova, Alessandro Parisi, Simone Bentivoglio, Marco Rossi, Abdelkader Ghezzal, Marco Esposito, Antonio Bellavista e Nicola Belmonte.
L’operazione fatta oggi è la prima tranche, un piccolo tassello di un’indagine molto articolata e nata molto tempo fa su segnalazione riguardante la partita di Coppa Italia Bari-Livorno”. Così in conferenza stampa il procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati, commenta gli ultimi sviluppi dell’inchiesta sul calcioscommesse. Nel match cui fa riferimento Laudati, risalente al dicembre 2010, il “Livorno stava vincendo 1-0 alla fine del primo tempo. Fini 4-1. Nell’intervallo ci fu un flusso di scommesse in alcune parti d’Italia anomalo, segnalato dalle agenzie di scommesse. Questo – prosegue Laudati – fece capire che il problema su cui bisognava indagare era quello dell’incidenza delle scommesse nel mondo del calcio, che è cambiato”.
“L’indagine dev’essere ormai condotta in maniera completamente diversa”, prosegue il procuratore spiegando come la vicenda abbia richiesto l’apertura di tre filoni di indagine, “che coltiviamo da tempo. Il primo – chiarisce Laudati – è l’infedeltà dei calciatori che possono mettersi d’accordo con alti giocatori o estranei, per lucrare forti somme di denaro. Il secondo riguarda gli scommettitori esteri, abituati in altri campionati a gestire in maniera rilevante il meccanismo e che hanno fatto ingresso nel nostro sistema. Il terzo – continua – è il ruolo della criminalità organizzata. Il nostro filone riguarda esclusivamente il Bari e le partite del Bari, e l’ingerenza che ci possono essere state sul nostro territorio per quello che riguarda le scommesse e risultato sportivo”.
“Tolleranza zero e processi sportivi in tempi rapidi per fare pulizia e individuare tutte le responsabilità”. E’ quanto chiede il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, commentando gli ultimi sviluppi dell’inchiesta sul calcioscommesse. Il presidente federale ribadisce inoltre che “entro fine aprile, come già detto, arriveranno i primi deferimenti della Procura federale sul filone dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Cremona e sono già programmate nuove audizioni”. Riguardo l’inchiesta in corso a Bari, “la Figc e il mondo del calcio – commenta ancora Abete – hanno un forte interesse perché al più presto, nel rispetto delle esigenze istruttorie della magistratura inquirente la Procura della Repubblica di Bari possa trasferire e mettere a disposizione del procuratore federale gli atti dell’inchiesta, in modo da approfondire tutti gli aspetti che riguardano anche violazioni delle norme del Codice di Giustizia sportiva”.
“Questi provvedimenti, per i quali cui umanamente posso essere dispiaciuto, non modificano in nessun modo lo scenario che si è creato intorno alla nostra società: abbiamo assunto una posizione molto decisa e forse siamo stati i primi a ipotizzare un reato di truffa nei nostri confronti da parte di tutte quelle persone che hanno gravitato intorno ai nostri calciatori”. Così il direttore generale del Bari, Claudio Garzelli, commenta ai microfoni di Radio Sportiva gli ultimi sviluppi dell’inchiesta sul calcioscommesse, che hanno portato all’arresto dell’ex difensore del club pugliese Andrea Masiello e all’iscrizione nel registro degli indagati di ex otto giocatori del Bari. “Abbiamo chiesto il permesso alla federcalcio di denunciare per truffa anche alcuni calciatori – spiega il dirigente dei ‘Galletti’ – e questo non fa altro che confermare la nostra posizione di parte offesa. E´ una posizione condivisa anche nell´ultimo congresso Uefa, che pensava di rivisitare il concetto di responsabilità oggettiva”.
“Questi provvedimenti, per i quali cui umanamente posso essere dispiaciuto, non modificano in nessun modo lo scenario che si è creato intorno alla nostra società: abbiamo assunto una posizione molto decisa e forse siamo stati i primi a ipotizzare un reato di truffa nei nostri confronti da parte di tutte quelle persone che hanno gravitato intorno ai nostri calciatori”. Così il direttore generale del Bari, Claudio Garzelli, commenta ai microfoni di Radio Sportiva gli ultimi sviluppi dell’inchiesta sul calcioscommesse, che hanno portato all’arresto dell’ex difensore del club pugliese Andrea Masiello e all’iscrizione nel registro degli indagati di ex otto giocatori del Bari. “Abbiamo chiesto il permesso alla federcalcio di denunciare per truffa anche alcuni calciatori – spiega il dirigente dei ‘Galletti’ – e questo non fa altro che confermare la nostra posizione di parte offesa. E´ una posizione condivisa anche nell´ultimo congresso Uefa, che pensava di rivisitare il concetto di responsabilità oggettiva”.
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