Roma , 12 ott. (LaPresse) – Il commissario tecnico della nazionale di ciclismo, Paolo Bettini è indagato dalla Procura della Repubblica di Padova per abuso di ufficio. La conferma arriva dalla Federazione ciclistica italiana tramite un comunicato. Il commissario tecnico avrebbe avvertito un atleta della nazionale, in occasione di un raduno precedente il mondiale 2010, di un imminente controllo antidoping.

“Nell’ambito delle mie funzioni di Commissario Tecnico e in accordo con la Federazione ho avvertito tutti i corridori del controllo a Tutela della Salute per evitare che alcuni di loro giungessero in ritardo per gli esami. Lo faccio sempre, anche in vista del raduno prima del recente Campionato del Mondo di Copenhagen. Non sono controlli antidoping, ma controlli a tutela della salute per monitorare gli atleti e dei quali i corridori sono informati perché vengono effettuati in occasione di ogni ritiro azzurro. Resto allibito per quanto successo. Sono accusato di una cosa che non esiste. Questo è un grave danno alla mia immagine”. In una nota sul sito della Federciclismo, il ct del ciclismo, Paolo Bettini, commenta l’indagine per abuso di ufficio aperta nei suoi confronti dalla Procura della Repubblica di Padova.

La Federazione si schiera al fianco di Bettini e prova a dare una spiegazione all’indagine per abuso di ufficio aperta dalla Procura di Padova nei confronti del ct. In un lungo comunicato la Federciclismo “evidenzia di avere da tempo inserito, a Tutela della Salute degli atleti, controlli preventivi di routine – non con finalità antidoping – che vengono effettuati sistematicamente dalla FCI nel primo giorno di ogni raduno della nazionali e del quale gli atleti devono essere ovviamente informati”. E aggiunge: “E’ specifico compito del commissario tecnico, nell’ambito delle funzioni e nel rispetto delle direttive federali, secondo protocolli approvati dalla Federazione stessa, avvertire gli atleti di detti accertamenti medici”.

“Peraltro – prosegue la nota – in tali circostanze, il commissario tecnico è chiamato ad avvertire non un singolo atleta ma tutti gli azzurri partecipanti al Mondiale, secondo prassi consolidata, al fine di evitare che gli atleti manchino a un appuntamento richiesto dalla Fci e dalla Commissione Tutela della Salute della Fci”. In conclusione la Federazione “auspica che non vi siano strumentalizzazioni legate a quanto sopra citato, in rispetto dell’alta professionalità e dell’immagine in primis del sig. Paolo Bettini e dell’intera Fci che fa della lotta al doping uno degli elementi imprescindibili della propria attività in generale nonché dell’intero movimento ciclistico”.

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