Nyon (Svizzera), 17 giu. (LaPresse) – Chi non denuncerà qualsiasi tentativo di corruzione rischierà pene severissime, fino alla squalifica a vita. Questa una delle misure minacciate oggi a Nyon dall’esecutivo Uefa per intensificare la lotta alle gare truccate. Inevitabile le reazioni e le polemiche scatenate, in serata però, è arrivata una parziale marcia indietro.

“Stiamo incrementando le sanzioni riguardo al ‘cancrò delle partite truccate, della manipolazione dei risultati e della corruzione”, ha detto il segretario generale Gianni Infantino. “Per farlo abbiamo varato misure che diano la possibilità agli organi disciplinari e agli ispettori di collaborare in maniera più stretta con le autorità. Avevamo già iniziato a cooperare ma non avevamo la base giuridica per agire: ora possiamo farlo in maniera molto più chiara.

“L’Uefa ha già squalificato a vita due arbitri per non aver riportato una proposta di corruzione. Con le nuove regole, anche tutti gli altri componenti del calcio rischiano lo stesso”, ha proseguito. “Inoltre se un club è riconosciuto colpevole di corruzione, gli si potrà togliere il trofeo a posteriori. Se la corruzione per una gara di girone della Champions League è avverata dopo la suddetta fase, il club colpevole verrebbe escluso e sostituito dalla formazione che lo segue in classifica nelle partite ad eliminazione diretta”, ha concluso.

“Le nuove norme disciplinari non includono alcuna squalifica a vita per le partite truccate”, precisa la Uefa in serata. “Le nuove norme disciplinari che saranno pubblicate il primo luglio non prevedono alcuna squalifica a vita per le partite truccate”, precisa la Uefa, interpellata sull’argomento.

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