Cremona, 15 giu. (LaPresse) – “ll sabato prima della partita (Cremonese-Paganese, ndr) Pirani mi ha riferito che Paoloni era impazzito e che aveva intenzione di addormentare la sua squadra. Pirani aveva già effettuato il fax con il quale aveva trasmesso la ricetta ad un tabacchino a Cremona e pertanto ipotizzo che fosse d’accordo. (…) Ricordo che Pirani prospettò la possibilità che ci fosse la richiesta da parte del Paoloni di un secondo flacone. Pirani infatti mi consegnò l’originale proprio in vista della possibilità di inviare un secondo fax al fine di consentire al Paoloni di un secondo flacone”. Questo un passaggio dell’interrogatorio di Massimo Erodiani davanti al procuratore capo di Cremona Roberto Di Martino. Erodiani ha spiegato così l’episodio dell’avvelenamento dei giocatori della Cremonese ideato, secondo l’ordinanza di custodia cautelare redatta dal gip Guido Salvini, proprio dall’ex portiere della squadra Marco Paoloni, ora passato al Benenvento. L’obiettivo era fare sì che la Cremonese perdesse la gara su cui il gruppo di scommettitori ‘bolognesi’ aveva puntato. Il calciatore ha invece respinto ogni addebito.

La ‘combine’ per quanto riguarda la gara Cremonese-Paganese aveva come obiettivo principale quello di ridurre i debiti che il portiere del Benevento, ex della Cremonese, Marco Paoloni aveva con Massimo Erodiani. Lo ha spiegato al procuratore capo di Cremona, Roberto Di Martino, lo stesso Erodiani. Nel corso dell’interrogatorio il titolare di alcune agenzie di scommesse ha ammesso che “Pirani voleva fare questa partita per agevolare Paoloni perché in caso di risultato conforme a quello da lui prospettato avrebbe potuto azzerare o ridurre il debito che Paoloni aveva nei miei confronti”. Erodiani ha poi spiegato che il “gruppo dei bolognesi” era già “operativo e che investiva su 7-8 partite all’anno non so dire da quanto tempo” anche se “nessuna partita con i ‘bolognesi’ è andata in porto”. Il gruppo, ha spiegato Erodiani al procuratore Di Martino “era costituito da Manlio Bruni, Francesco Giannone e Beppe Signori”. A fare entrare Erodiani nel giro delle partite truccate è stato “Marco Pirani che mi ha fatto conoscere Gianfranco Parlato che, a sua volta, mi ha fatto conoscere Antonio Bellavista”. E proprio il capitano del Bari, secondo quanto riferito da Erodiani nel corso dell’interrogatorio, lo ha “portato a Bologna in data 15 marzo 2011” e gli ha spiegato che il gruppo finanziava partite di serie A, serie B e i posticipi di Lega Pro.

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