L’ultima intervista di LaPresse a Piero Angela: “Vidi lo sbarco sulla Luna e decisi che mi sarei dedicato alla scienza”

L’ultima intervista di LaPresse a Piero Angela: “Vidi lo sbarco sulla Luna e decisi che mi sarei dedicato alla scienza”
Roma, G20 l’Italia per lo Spazio organizzato dalla Fondazione Leonardo

Nel 2019 il giornalista e conduttore tv, morto all’età di 93 anni, raccontava a LaPresse come aveva deciso di avvicinarsi alla scienza, in occasione del 50esimo dell’allunaggio

Nel 2019 LaPresse ha intervistato Piero Angela, ripercorrendo con lui i motivi per cui aveva scelto di avvicinarsi alla divulgazione scientifica e soprattutto la sua passione per lo spazio, in occasione del 50esimo anniversario dell’allunaggio. Angela, conduttore tv e giornalista, è morto all’età di 93 anni: ecco l’intervista integrale.

L’intervista

“La notte della Luna ero a New York, vidi l’allunaggio su un maxi schermo a Central Park e lì decisi che mi sarei dedicato alla divulgazione scientifica”. Piero Angela la ricorda come se fosse ieri quella sera di cinquant’anni fa, quando Neil Armstrong mise piede sulla Luna, seguito poco dopo da Buzz Aldrin.

Da anni seguiva le missioni spaziali dalla Nasa, racconta Angela intervistato da LaPresse, e in quella occasione “per la prima volta non potevo essere a Houston perché c’era il grande programma in studio a Roma, ed ero a New York, Central Park”. “C’era la folla dei newyorkesi davanti a un maxi schermo ad assistere con emozione all’allunaggio – ricorda -. L’atmosfera era tesa e quando finalmente arrivò l’annuncio ‘L’aquila è atterrata!’ ci fu un’esplosione di felicità, la gente si abbracciava, ballava, piangeva, altri stappavano bottiglie. Era la fine di un incubo perché, forse non è stato detto abbastanza, ma quella sera il rischio era altissimo. E poi si trattava di una specie di finale del campionato del mondo, nel senso che si era vinta la sfida con l’Urss che fino all’ultimo aveva un razzo in preparazione che era molto competitivo e alla fine andò male”.

La navetta era partita quattro giorni prima, lanciata da un razzo Saturn V dal Kennedy Space Center: “La partenza era sempre il momento della verità – spiega Angela – perché erano razzi montati ma mai sperimentati, visto che non era possibile fare una prova. Noi eravamo a distanza di 5 chilometri insieme ai tecnici della Nasa, ai familiari e tutti gli altri. Nei primi istanti la tensione era altissima, poi arrivava il rumore di una vibrazione, come un lenzuolo che si strappa, e lo si sentiva in ritardo perché ci volevano 15 secondi prima che arrivasse a noi. Poi finalmente, superata la quota di sicurezza, l’applauso e le grida liberatorie a partire dai familiari degli astronauti che, accanto a noi, si tenevano per mano”.

Dopo quella notte Angela decise di lasciare il tg per dedicarsi alla divulgazione scientifica. “In tutti i centri della Nasa si studiavano non sono le missioni spaziali ma anche la parte extra terrestre e la nascita della vita sulla terra. C’era tutta una parte di evoluzione della vita e la possibilità che si forse ripetuta altrove e questo mi affascinava molto. Di lì decisi di non fare più il telegiornale e di dedicarmi alla scienza”.

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