Simple Minds a Lucca, il ‘Sogno’ rock é ancora dorato

Simple Minds a Lucca, il ‘Sogno’ rock é ancora dorato
Singer Jim Kerr of the British Group Simple Minds performs on the Vega stage, during the 48th edition of the Paleo Festival, in Nyon, Switzerland, Tuesday, July 22, 2025. (Cyril Zingaro/Keystone via AP)

Jim Kerr, il cantante della band di Glasgow, sottolinea subito la soddisfazione di essere nella città toscana

Sono uno dei gruppi più amati dal popolo del rock italiano e dagli anni ’80 si sono esibiti in ogni angolo del Belpaese. Ieri per i Simple Minds è stata la prima volta a Lucca, per il Summer Festival, da anni ormai una delle rassegne più importanti dell’estate musicale della Penisola, che  sabato vede n cartellone l’ex Smiths Morrissey. Jim Kerr, il cantante della band di Glasgow, sottolinea subito la soddisfazione di essere nella città toscana appena salito sul palco di Piazza Napoleone (o Piazza Grande, come la chiamano confidenzialmente i lucchesi), con lo sfondo elegante di Palazzo Ducale, che fu residenza di Elisa Baciocchi, sorella di Bonaparte e da lui nominata Principessa di Lucca e Piombino.

Il frontman dei Minds, che vive tra la Scozia e Taormina, dove possiede un hotel, parla correntemente italiano e si diverte a sfoggiarlo, con frequente utilizzo di parolacce, tra cui soprattutto l’intercalare piú usato dai siciliani.

Il pubblico naturalmente si diverte ed é subito conquistato dal riff di basso maestoso di ‘Waterfront’, da anni brano d’apertura dei concerti del gruppo. Questo tour celebra i 40 anni di ‘Once Upon A Time’, l’album del 1985 che fece dei Simple Minds delle star planetarie, facendo però storcere il naso ai fan della prima ora, e ha ampio spazio in scaletta.Si ascoltano così la title track e una scintillante ‘Oh Jungleland’.

Quel lavoro segnò una virata pop, che che arrivava dopo gli inizi sperimentali, culminati nel disco capolavoro ‘New Gold Dream’, a cavallo tra new wave e rock epico, nell’epoca in cui i Simple Minds insieme agli amici irlandesi U2 erano i paladini dell’ondata celtica dei grandi spazi sonori e della lotta per i diritti umani. Dal ‘Nuovo Sogno Dorato’ arrivano ‘Glittering Prize’ e ‘Promised You A Miracle’ con le loro tastierone 80s e la ritmica funky, e la cavalcata di ‘Someone, Somewhere In Summertime, come da scaletta preannunciata.

Ma a sorpresa spunta anche l’ipnotica e meravigliosa canzone che dà il titolo all’album, incredibilmente esclusa dalla set list base del tour. Naturalmente è accolta dal boato della piazza.

Siamo a metà show e il concerto decolla definitivamente. Oltre a Charlie Burchill, storico chitarrista, cofondatore dei Simple Minds e compagno di scuola di Kerr, la line-up che si é consolidata nell’ultimo decennio vede il drumming potente e groovy della fantastica Cherisse Osei, protagonista anche di un assolo di batteria, dopo lo strumentale elettronico dei primordi ‘Theme For Great Cities’, salutato dagli applausi della folla. Ged Grimes al basso, Geordie Goudy alla chitarra acustica e la new entry alle tastiere, il norvegese Erik Lyunggren, puntellano petfettamente la macchina. Una marcia in più la dà la vocalist Sarah Brown, con la sua potente voce black e la sua presenza da regina del palco.

Sale in cattedra nella parte finale dello show, sul funk pop di ‘All The Things She Said’e poi è protagonista assoluta su ‘Book Of Btilliant Things’, con Kerr che le lascia palcoscenico e microfono, per una versione pianistica del brano di ‘Sparkle In The Rain’, che arriva dopo che la piazza ha cantato in coro il ritornello di ‘Don’t You (Forget About Me), su cui Jim invece gigioneggia con il pubblico, ormai nelle sue mani. Si chiude con un altro inno da intonare a squarciagola ‘Alive And Kicking’. Ai Simple Minds, vivi e vegeti, come recita il brano che mette la parola fine alla serata lucchese, non resta che raccogliere i meritatissimi appluasi della piazza.

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