Il leader della band romana racconta l'album: "Mettemmo insieme pop e sperimentazione". E sul caso sold out: "Media si interroghino"
E’ stato un album spartiacque e resta uno dei più belli della musica italiana in generale. I Tiromancino celebrano i 25 anni di ‘La descrizione di un attimo’, con una ristampa speciale disponibile dal 20 giugno in tre formati: Lp in vinile da 180 grammi, Cd Digipack e uno speciale set in edizione limitata numerata con Lp, Cd e riproduzione in plexiglass del cartello della copertina. Il leader della band romana, Federico Zampaglione, ha raccontato alla stampa la genesi e l’impatto di quel disco, suonando in acustico alcuni dei brani del lavoro. Senza trascurare una riflessione sullo stato della musica nel nostro paese, con la scottante polemica dei sold out gonfiati, e raccontando il presente del gruppo, che ruota intorno alla sua figura. “Quel disco aveva l’obiettivo di rompere tutta una serie di schemi. In quel periodo la musica era settorializzata, da una parte c’era il pop da alta classifica, Eros, Lorenzo e gli altri. Dall’altra c’era la musica alternativa, fatta da band che giravano nel circuito dei centri sociali, con un approccio opposto, che non andava in radio e in tv. Questo disco era una scommessa perché voleva riuscire a piazzarsi nel mezzo tra questi due mondi”, spiega il cantautore romano. “Volevamo avere delle canzoni cantabili, delle melodie accessibili ma che non rinunciassero allo stesso tempo ad un livello di sperimentazione e commistione tra i vari generi come il pop, il rock e la musica elettronica – prosegue Zampaglione -. Io amavo Venditti e Dalla ma anche i Marlene e gli Afterhours. Era un disco che non voleva tenere fuori nulla di ciò che ci piaceva”.
Zampaglione: “Era un’alchimia tra strumenti suonati ed elettronica”
Federico rievoca la lavorazione di quel disco, con il fratello Francesco, Riccardo Sinigallia (produttore dell’album): “Portare avanti quest’idea ha comportato un grande lavoro, su ogni pezzo si cercava una particolarità che desse un’identità. Da un lato ci sono molti strumenti suonati, dall’altro, con una visione legata all’elettronica. Le ritmiche sono fatte con i campionatori e poi un c’era un utilizzo di synth e tastiere come il Moog. La parte più suonata veniva da me e mio fratello, quella più elettronica da Riccardo Sinigallia, che era ed è tuttora un grandissimo alchimista di suoni elettronici mentre poi le chitarre le suonavamo io e Francesco e il basso Laura Arzilli. Era un disco di varie anime che si erano incontrate con un obiettivo comune“. Federico rievoca la partecipazione a Sanremo con ‘Strade’, con un sorprendente secondo posto: “Non avevamo nessuna aspettativa, quando venne annunciata la classifica finale eravamo già al ristorante a guardarlo in televisione, poi sentendo che il nostro nome non era ancora ancora stato fatto fino al terzo posto, ci precipitammo all’Ariston di corsa”. Zampaglione svela anche con un aneddoto gustoso da dove arriva l’invocazione ‘Ahi – Ahaiaiaiai’ della title-track, canzone dalla gestazione difficile, nata come un pezzo funky, poi trasformato da Federico con un giro country western. Ma il ritornello restava un rompicapo per la band. “Ero in vacanza con la mia fidanzata dell’epoca in Val Gardena, io poi odio la montagna d’estate. C’era anche suo padre che ascoltava tutto il giorno la colonna sonora di ‘Buena Vista Social Club’, che mi diede l’ispirazione. Iniziai a cantare il ritornello quasi per scherzo. Poi mi sono detto: ‘non ci sta male’. Chiamai gli altri e gli feci sentire questa melodia un po’sudamericana, che piacque. Il giorno dopo misi in scena una farsa dopo feci finta di ricevere una telefonata dicendo che dovevo tornare a Roma. Scappai dalla montagna e andammo a registrare quel ritornello”.
Il leader del gruppo: “Erano diversi gli spazi per gli artisti”
“Erano altri tempi, c’erano meno artisti, non uscivano 20 album alla settimana, erano diversi gli spazi, per le case discografiche era possibile seguire un progetto”, riflette il songwriter capitolino sulle ragioni che permisero il successo di ‘La descrizione di un attimo’, a cui contribuì – sottolinea lui – anche il videoclip con Paola Cortellesi e Valerio Mastrandrea, una parodia delle sigle di chiusura dei programmi televisivi degli anni 1970 e un omaggio alla coppia Raimondo Vianello-Sandra Mondaini. Zampaglione non si sottrae a una domanda sulla polemica sui concerti sold out gonfiati, a cui lo stesso leader di Tiromancino aveva dedicato un post su Facebook. “Sono cose che sono sempre esistite ed ora sono amplificate dall’era in cui stiamo vivendo in cui tutto é amplificato, in cui tutto deve essere spettacolare e avvenire subito. La mia non era una critica agli artisti e tantomeno ai giovani, che subiscono le nevrosi degli adulti”, le sue parole. “Quando i media mi chiedono ‘chi amplifica e strombazza? ‘Io rispondo ‘fatevi voi delle domande e ragionate su quello che dite’. Io leggo tanta fuffa. Tutti si devono mettere una mano sulla coscienza”, prosegue il cantautore romano che sottolinea: “La mia non é una polemica, lo dico anche con ironia”.Zampaglione poi fa sapere che c’è un nuovo album dei Tiromancino pronto e che il gruppo nella formazione attuale, ormai consolidata da oltre 12 anni, continua a suonare dal vivo e quest’estate è sui palchi in tutta Italia con ‘La Descrizione Di Un viaggio Tour 2025’. Federico poi non ha abbandonato la sua passione per il cinema nelle vesti di regista e sceneggiatore e annuncia che in autunno sarà sul set per un nuovo film.
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