Dopo il suo concerto al Social Park di Roma lo scorso 5 luglio, il leader dei Libertines e dei Babyshambles torna in Italia per tre nuove date a Roncade (Tv), Roma e Milano con il suo nuovo gruppo Puta Madres dall'11 al 13 ottobre
Peter Doherty è sicuramente una delle figure più chiacchierate e controverse della scena musicale degli anni zero. Fa parlare di lui ovunque e ovunque viene riconosciuto, prima ancora che come leader di due famose band inglesi, come “quel cantante scapestrato che ha sempre problemi con la droga ma che è anche il fidanzato di Kate Moss”: due delle cose che in effetti hanno reso la sua carriera artistica molto movimentata e poco lineare. Ora il songwriter inglese arriva in Italia con la nuova band che lo accompagna, i Puta Madres, per tre concerti : venerdì 11 ottobre – Roncade (TV) – New Age Club, sanato 12 ottobre – Roma – Teatro Centrale e domenica 13 ottobre – Milano – Magazzini Generali.
Tutto ha inizio nel 1997 alla Brunell University, dove Pete incontra lo studente di teatro Carl Ashley Raphel Barât. Pete e Barât, uniti dalla forte passione per la letteratura e la poesia, condividono lo stesso appartamento, lo stesso stile di vita sregolato e senza freni e, ben presto, anche la stessa band, i “The Strand” destinati ben presto ad accogliere al loro interno i nuovi membri John Hassall e Gary Powell e a cambiare nome in The Libertines. La band, che nel giro di poco tempo è sulla bocca di tutti i giovani londinesi. Unisce innumerevoli influenze provenienti dal rock britannico degli anni ’50 in poi a un’attitudine punk anarchica e dissoluta. Etichettati musicalmente fin da subito come “la risposta britannica agli Strokes”, nel 2002 pubblicano il loro primo singolo intitolato 'What a Waster', seguito subito dopo dall’album di debutto 'Up The Bracket' per Rough Trade Records. L’album, prodotto insieme a Mick Jones dei Clash, è subito un conclamato successo: i Libertines sono i profeti di una nuova generazione di giovani disillusi e romanticamente obnubilati da alcool e droga, che si rileggono nelle parole dei testi di Pete e in quelle di tutti i riferimenti letterari di cui i suoi testi sono permeati. A febbraio 2003 vincono un NME Award ma non passerà molto tempo prima di incontrare il primo di una lunga serie di ostacoli legati alle dipendenze di Pete: la sua dipendenza da crack ed eroina è la causa principale di un primo scioglimento della band. Pete viene allontanato da Barât, il quale partirà da solo con la band per un tour mondiale mentre Peter formerà parallelamente i Babyshambles. Tuttavia le loro strade non sono ancora destinate a separarsi: nel luglio dello stesso anno Barât è costretto a denunciare Pete per aver svaligiato il suo appartamento e Pete viene rinchiuso nel carcere di Wandsworth. Alla fine del periodo di reclusione, sarà lo stesso Barât ad aspettare Pete fuori dai cancelli del carcere per accompagnarlo a casa.
Nell’agosto del 2004, un periodo di tempo non privo di difficoltà come le lunghe pause di disintossicazione di Pete e le frequenti e accese liti tra lui e Barât, esce il secondo album omonimo dei The Libertines ed è un album che testimonia ed esprime appieno le inarginabili tensioni all’interno del gruppo, che si scioglierà di nuovo nel dicembre dello stesso anno. Contemporaneamente, continuando a portare avanti diversi e faticosi tentativi di disintossicarsi, Pete pubblica il primo singolo omonimo con i Babyshambles. La band partirà in tour e nel corso del primo anno di vita inciderà l’album di esordio 'Down In Albion' sotto la supervisione di Mick Jones. Questo è il periodo in cui la figura di Peter Doherty emerge con i contorni più “stereotipati” da parte dei media: l’album è un inno alla sua tendenza autodistruttiva, un caotico e disordinato dito medio alzato da parte di una generazione di giovani indisciplinati e disincantati; la sua relazione con la modella Kate Moss è costantemente sotto ai riflettori e documenta con una buona dose di sensazionalismo gli eccessi della coppia; mentre l’altra relazione, quella “stabile” e duratura con la droga, è sempre più profonda al punto da mettere a repentaglio anche il nuovo progetto del cantante di Hexham, che si presenta sempre in ritardo alle prove e ai concerti, e il cui temperamento ingestibile raggiunge l’apice con una rissa sul palco con uno dei membri della band.
Ciò nonostante nel 2007 esce per la Parlophone Shotter’s Nation, prodotto insieme a Stephen Street e con un risultato molto più “pulito” e lineare dei precedenti, anche se non si può dire esattamente lo stesso della vita personale di Doherty: viene nuovamente arrestato nel 2008 per aver violato la libertà vigilata, dovrà scontare 14 settimane di carcere alla fine delle quali i Babyshambles partiranno comunque per un tour di successo nelle arene. L’anno successivo è quello di 'Grace/Wastelands' la prima prova solista di Pete composta sempre con la supervisione di Stephen Street, ma questa volta accompagnato dalla chitarra di Graham Coxon. L’album è, come sempre, una celebrazione della totale mancanza di limiti, un inno alla libertà in senso più assoluto (e spesso autodistruttivo). Ma ecco che a distanza di un anno succede quello che molti fan si auguravano da tempo: una reunion dei The Libertines (grazie a un lauto compenso) in occasione del Reading & Leeds Festival, al quale vanno ad aggiungersi alcune nuove e partecipatissime date, ma non un tour mondiale come vorrebbero svariati rumors e tantissimi fan. Sul versante Babyshambles la situazione è tremendamente critica: la band è a un passo dalla disgregazione totale, Doherty vive già in Francia da un po’ ed è sempre alle prese con i soliti problemi legati alle dipendenze, Drew McConnell a rischio paralisi dopo un brutto incidente e Mik Whitnall perso anch’esso nei meandri della droga. Eppure, grazie a un azione decisiva del bassista McConnell (che diventa co-autore di tutti i brani) e al (sempre miracoloso) lavoro di Stephen Street alla produzione, viene pubblicato quello che verrà immediatamente celebrato come uno degli album migliori de Babyshambles: 'Sequel to The Prequel'.
Negli anni successivi, tutti i progetti paralleli degli ex fondatori dei The Libertines collezionano una discreta quantità di successi, fino a quando il tempo, come al solito, interviene per cicatrizzare le ferite e dissipare anche i malumori più radicati, spingendo sia Peter Doherty che Carl Barât a riconciliarsi dopo un lungo periodo di riabilitazione di Doherty in Thailandia, luogo in cui i The Libertines firmano un nuovo contratto con la Virgin, registrano un nuovo album e girano il video del singolo “Gunga Din”, che annuncia ufficialmente il loro ritorno sulle scene. Ed è proprio il ritorno a fare da catalizzatore per l’entusiasmo dei fan, e non l’album in sé, ormai privo del fervore che animava degli anni d’oro della band. Stessa cosa per quanto riguarda 'Hamburg Demonstrations', l’album da solita di Pete uscito nel 2016: siamo sicuri che si tratta dello stesso autore di pezzi storici come “Time For Heroes”, “The Good Old Days”, “Fuck Forever” ma avvertiamo una sorta di stanchezza, avvertiamo il tempo che passa e che non lascia mai le cose immutate. Nello stesso anno intraprende il tour di “Eudamonia” insieme ai membri della sua futura nuova band Peter Doherty and The Puta Madres, di cui, solo in un primo periodo, ha fatto parte il bassista dei Babyshambles, Drew McConnell. Il loro primo album omonimo, registrato in un villaggio di pescatori della Normandia insieme a Dan Cox e Jai Stanley, è uscito lo scorso 26 aprile ed è stato anticipato dal singolo di debutto “Who’s been have you over” e dal secondo singolo “Paradise is Under Your Nose”. Tra l’uscita del singolo e quella dell’album la band annuncia una serie di date in giro per il mondo, di cui sei nel Regno Unito e tutte e sei sold out.