Piero Pelù tra disagio all’udito e impegno sociale: “Non ho paura di espormi”

Piero Pelù tra disagio all’udito e impegno sociale: “Non ho paura di espormi”

Esce nelle sale il film ‘Piero Pelù. Rumore dentro’, già presentato alla Mostra del cinema di Venezia



Dal grave problema all’udito che lo ha colpito negli ultimi anni al suo impegno sociale, sempre in prima linea al fianco di chi soffre. Piero Pelù si racconta a LaPresse in occasione dell’uscita nelle sale il 10, 11 e 12 novembre del film ‘Piero Pelù. Rumore dentro‘, già presentato alla Mostra del cinema di Venezia e in anteprima anche al Festival dei Popoli di Firenze in il 5 novembre. La pellicola è il racconto intimo diretto dal regista Francesco Fei su un capitolo cruciale nella vita di una delle icone del rock italiano e storico leader dei Litfiba. “L’incidente che ho subito alle orecchie mi ha segnato per sempre, ecco. Di questa cosa ne devo essere consapevole anch’io, è inutile che ci giri intorno”, ha detto Pelù a LaPresse.

“La ricerca, purtroppo, non sta investendo abbastanza per risolvere questo problema, è da qui anche la ragione per cui ho voluto fare questo documentario con Francesco Fei“, ha aggiunto. Nell’ottobre 2022, durante una sessione di registrazione, un improvviso shock acustico – causato da un errore tecnico nel cambio di cuffie – ha fatto svenire Pelù, provocando un danno permanente al nervo acustico con il quale Piero combatte psicologicamente da allora. L’incidente ha portato la cancellazione di un tour già programmato e il rischio di dover sospendere ogni attività artistica legata alla musica live di Pelù.

“Questo problema affligge il 10% della popolazione mondiale. Il 10% di 8 miliardi, sono 800 milioni di persone che soffrono di acufene. Quindi ho detto: va bene, allora ne devo parlare. E così in qualche modo proverò anche un po’ a condividere con altri questo mio disagio personale”, ha spiegato il rocker fiorentino. Il ‘rumore dentro’ diventa così un’occasione forzata per fermarsi, ritrovarsi, ricostruirsi, rigenerarsi e scrivere un nuovo album dedicato ai Deserti interiori attraverso una full immersion nel proprio mondo interiore: la famiglia, la libertà, gli amici (tra cui i Litfiba), il viaggio e naturalmente la musica sono gli elementi intorno cui uno dei personaggi più importanti della scena rock italiana ricostruisce e ritrova la sua strada. Scandito dal viaggio spirituale di Pelù verso il pellegrinaggio annuale dei gitani a Saintes-Maries-de-la-Mer, in Camargue, in onore di Santa Sarah la Nera protettrice dei viaggiatori – il cui nome è tatuato su entrambi gli avambracci dell’artista – il film si trasforma in un road movie e insieme in una riflessione su oltre quarant’anni vissuti ‘Off road’, come figura intellettualmente libera, libertaria e coraggiosa della scena artistica e musicale italiana.

“Per me la fede è una cosa molto importante. Io ho fede nel genere umano, nonostante le brutture che oggi siamo costretti a vedere. Ho fede nella pace, nell’amore, nell’amicizia, ho fede, nella cultura, nella conoscenza. Ho fede nella poesia, nel rock’n’roll. Queste cose sono quelle che fanno sì di poter andare sempre avanti nonostante le infinite difficoltà che tocchiamo tutti con mano nel quotidiano, tutti i giorni”, ha detto Pelù che a proposito di brutture non nasconde il suo impegno sociale, come dimostrato dalla bandiera della pace mostrata a Venezia. “Io non ho paura di espormi. Una cosa che purtroppo invece vedo un po’ troppo diffondersi nel mondo artistico italiano, ma non solo. Per me è fondamentale che un artista sia prima di tutto un cittadino”, ha sottolineato. “La parola cittadino è molto importante, è fondamentale. Noi siamo prima di tutto dei cittadini e ognuno ha il suo ruolo. Perché chi è in difficoltà va sempre aiutato – ha aggiunto e non va messo in minoranza per poi tentare di cancellarlo”.

“La tendenza oggi purtroppo è quella di fare in fretta a nascondere quello che è diverso sotto ad un tappeto”, ha ribadito il rocker fiorentino storico leader dei Litfiba che ha donato 83 mila euro a Medici Senza Frontiere in occasione di un concerto ‘S.O.S. Palestina’ a Firenze. Il film si arricchisce anche di una selezione sorprendente dallo sconfinato archivio in pellicola e video prodotto da Piero dagli albori del suo viaggio musicale fino ad oggi. “Sì, ma a me non piace vivere nel passato, questo è poco ma sicuro. Infatti è tutt’altro che un film celebrativo questo. E’ un documentario in cui non c’è niente di celebrativo. È veramente una storia che si dipana nello spazio e nel tempo. Cercando di creare più contemporaneità possibile tra immagini di 43 anni fa e oggi”, ha concluso.

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