Mostra Venezia 2025, Gifuni è Enzo Tortora in ‘Portobello’. Bellocchio: “Era antieroe innocente”

Mostra Venezia 2025, Gifuni è Enzo Tortora in ‘Portobello’. Bellocchio: “Era antieroe innocente”
Venice, Italy (photo by Gian Mattia D’Alberto/Lapresse)

È prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Our Films e da Simone Gattoni per Kavac Film

Uno dei più clamorosi errori giudiziari italiani: la vicenda del presentatore televisivo Enzo Tortora, la parabola tragica della caduta di un uomo innocente. Arriva al Lido fuori concorso ‘Portobello’, la nuova serie del regista Marco Bellocchio di cui sono state presentate le prime due puntate alla Mostra del Cinema di Venezia.

Una vicenda tragica in cui per la prima volta l’Italia, ben prima di Mani Pulite, si è interrogata realmente sull’infallibilità della giustizia. La serie HBO Original, per la nuova piattaforma streaming HBO Max, è in arrivo nel 2026. È prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Our Films e da Simone Gattoni per Kavac Film. “Portobello è una storia drammatica (tragica per come è finita) di un’Italia che stava cambiando in tante direzioni”, ha detto il regista Bellocchio nelle sue note di regia.

La prima scintilla è stato leggere il libro di Francesca Scopelliti, ‘Lettere a Francesca’, quelle che Tortora scriveva dal carcere alla sua campagna. Ho quindi lavorato su quest’uomo innocente, solo in carcere, e verso cui in un certo momento si guardava con un certo distacco”, ha detto ancora incontrando la stampa al Lido. Alla domanda se guardava Portobello, il regista ha risposto: “Mi attirava il fatto che non era un eroe, ma una persona comune con cui non condividevo nulla. All’epoca ero già a Roma, lo avvertivo ma Tortora era una delle cose più lontane da me anche perché impegnato su altro per motivi ideologici. Certo il successo era importante, forse solo le partite di calcio hanno avuto più ascolti”.

Sul rapporto con la famiglia Tortora, in particolare le figlie, Bellocchio ha sottolineato che “la figlia e anche Francesca Scopelliti hanno visto le prime due puntate, è stata molto corretta e credo ci sarà anche lei stasera. Non c’è stata alcuna ingerenza”.

Nel cast Fabrizio Gifuni, nel ruolo di Enzo Tortora, Lino Musella, Barbora Bobulova e Romana Maggiora Vergano, Gianfranco Gallo nel ruolo di Raffaele Cutolo e con la partecipazione di Alessandro Preziosi. La serie è stata scritta da Marco Bellocchio, Stefano Bises, Giordana Mari e Peppe Fiore.

“E’ una storia che ha lasciato una ferita profonda nella storia italiana, la vicenda giudiziaria di Tortora ha sullo sfondo la storia di un’Italia che cambia. Si parte nel ’77 con la tv ancora in bianco e nero, si interrompe nel 1983 mostrando già un’altra Italia passata dalle morti di Pasolini e Moro. Io all’epoca la sera ascoltavo i processi su Radio Radicale e mi appassionai a questa vicenda. Ora ho scoperto tante cose che non conoscevo, come il fatto che un personaggio così amato aveva accumulato anche un sotterraneo forte sentimento di antipatia”, ha detto Gifuni che con Bellocchio ha già lavorato nella serie sul caso dell’assassinio di Aldo Moro. L’attore napoletano Musella è Giovanni Pandico, il camorrista grande – e falso – accusatore di Tortora. “Sarò sempre grato per la fiducia accordata. Non conoscevo abbastanza la storia, mentre abbastanza la banda dei cutoliani ma non riuscivo ad inserirla. Per me già vedere lavorare Marco mi ha dato tantissimo anche solo come esperienza di artista”, ha detto. Mentre l’emergente Romana Maggiora Vergano interpreta la compagna di Tortora.

“Per me è stato un onore far parte di questo progetto. Ho cercato di riprodurre una donna che ho ammirato, perché c’è stata sempre senza esserci. Provo un profondo rispetto e non vedo l’ora di conoscerla”, ha detto. “Sono felice di essere tornata a lavorare con Bellocchio 28 anni dopo ‘Il Principe di Homburg’. Il mio compito era più semplice perché Anna Tortora, la sorella di Enzo era un personaggio non noto e di cui si sapeva poco, ma che è stata per lui molto importante”.

La storia è nota: Enzo Tortora è all’apice del successo, conduce Portobello e raggiunge 28 milioni di spettatori in prima serata, tutti in attesa del concorrente che riuscirà a far parlare il pappagallo, ospite d’onore della trasmissione. Pertini lo nomina Commendatore della Repubblica. Tortora è il re della Tv anni ’80 e il suo programma racconta e conforta il Paese. In quegli stessi anni il terremoto dell’Irpinia dà l’ultima scossa agli equilibri già fragili della Nuova Camorra Organizzata.

Giovanni Pandico, uomo di fiducia del boss Raffaele Cutolo e spettatore assiduo di Portobello dalla sua cella, decide di pentirsi. Interrogato dai giudici fa un nome inatteso: Enzo Tortora. Quando il 17 giugno 1983 i carabinieri bussano alla sua stanza d’albergo Tortora pensa a un errore. Ma è solo l’inizio di un’odissea che lo trascinerà dalla vetta al baratro. “Mi piaceva raccontare la sua storia come rappresentazione di un’ingiustizia perpetrata troppo a lungo”, ha detto ancora Bellocchio.

“C’è stato un clamoroso errore giudiziario, oggi sarebbe impossibile perché le garanzie per gli imputati sono diverse. Ma è una vicenda che deve far interrogare tutti, l’opinione pubblica forcaiola ha avuto un ruolo importante. Anche più importante rispetto al rapporto con la magistratura”, ha detto uno degli sceneggiatori, Stefano Bises. Infine sul rapporto con la Rai, che non viene descritta certo bene, uno dei produttori Lorenzo Mieli ha detto: “E’ stata una scelta lavorare con Hbo e sarà la loro prima serie in Italia, ma con la Rai c’è una collaborazione”.

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