Tra i nomi dell'hip hop italiano il suo è sicuramente uno di quelli da segnare

"Non sono un rapper, sono Lazza". Il 24enne milanese risponde così ai giornalisti alla presentazione del suo secondo album 'Re Mida', prodotto da 333 Mob e distribuito da Island Records/Universal Music, in uscita venerdì 1 marzo. Una frase che potrebbe sembrare la classica spacconata tipica della cultura hip-hop, ma che in realtà corrisponde, in parte, alla verità. Perché Jacopo Lazzarini, cresciuto in un quartiere semiperiferico della città, è quantomeno un rapper atipico. Studi classici al Conservatorio, Lazza è pianista e compositore, musicista a tutto tondo, come sottolinea il producer Low Kidd, uno dei migliori della scena, che ha coprodotto insieme a Jacopo 'Re Mida'. Lui si presenta proprio suonando il piano e poi esegue alcune tracce del nuovo lavoro. E la formazione classica si sente nel disco ("Sono l'unico in Italia a mischiare classica e hip hop", rivendica Lazza), che però, pur nella sua peculiarità – per quanto abbiamo potuto ascoltare -, resta nel campo dell'hip-hop, o quantomeno in quello più ampio dell'urban.

'Re Mida' è stato anticipato da tre brani, tra i quali l'ultimo è 'Netflix', in cui l'autore non nasconde la sua ambizione: "brucio tappe, brucio denaro, brucio gli artisti", canta Lazza, che sa che questo per lui è un passaggio importante. "Ho voluto alzare l'asticella, sono cresciuto dal punto di vista creativo e umano, e ci siamo presi il tempo che serviva", spiega raccontando la difficile genesi del disco. A testimoniare la sua credibilità nella scena, nell'album ci sono featuring importanti: con Izi e Tedua, in 'Cazal' e 'Catrame' ("amici dai tempi di quando non immaginavamo che con questa roba ci si poteva mangiare"), Fabri Fibra in 'Box Logo' ("mi ha dato credito e mostrato rispetto. Gli ho mandato il pezzo e il giorno dopo me l'ha rimandato con la sua parte"), Luche in 'Iside' ("E' l'artista più forte di tutti") e Gué Pequeno ("E' il mio mentore, io sono della sua scuola, della cafoneria ricercata"). "Sono collaborazioni spontanee, non scambi di favori", ci tiene a precisare Lazza, che poi sui suoi testi dice: "Ci sono riferimenti un po' materialisti ma cerco di farlo con classe". Infine ammette che 'Re Mida' "è un titolo forte". "E' il concetto del rap, l'importanza del numero uno, è una cosa un po' presuntuosa". In realtà, mentre lo dice, Lazza non suona arrogante come alcuni suoi colleghi che spesso usano la spacconeria per mascherare un vuoto musicale. Tra i nomi dell'hip hop italiano il suo è sicuramente uno di quelli da segnare.
 

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