La presa di posizione dell'ad Rai dopo lo scontro del direttore artistico con Salvini sui migranti

"Grazie al prezioso contributo di tutte le nostre professionalità, stiamo lavorando per far sì che il direttore artistico in un clima di piena collaborazione possa realizzare, insieme a RaiUno, un festival in linea con le aspettative del grande appuntamento che unisce il Paese". E' l'ad Rai Fabrizio Salini a dettare la linea e a cercare di sedare la polemica che ha travolto il Festival di Sanremo. Questa la posizione ufficiale di Viale Mazzini, comunicata a mezzo Twitter, per difendere quello che viene considerato un "patrimonio degli italiani". Come a dire: stop a rumors e indiscrezioni che rischiano di spostare l'attenzione da un evento canoro alla bagarre politica.

Il riferimento è alla bufera ricaduta su Claudio Baglioni, 'reo' di avere criticato le politiche dei precedenti e dell'attuale governo in tema di emergenza migranti. E se, ad onor del vero, il direttore artistico del Festival di Sanremo aveva già a fine dicembre espresso esattamente gli stessi concetti, in questo caso la risposta di Salvini non si fa attendere: dopo il "canta che ti passa", arriva il "Baglioni mi piace quando canta, non quando parla di immigrazione. I cantanti cantano, i ministri parlano", dopo avere in precedenza mandato l'ormai abituale "bacione" a Baglioni. Poi, Salvini, se la prende anche con Fabio Fazio facendo riferimento al suo compenso: "Quasi sicuramente guadagna in un mese quello che il ministro dell'Interno guadagna forse in un anno. Ma non farei mai cambio per nulla al mondo, sono fortunato, felice, orgoglioso del vostro sostegno. Non mi interessano i quattrini, li lascio ad altri che fanno gli show televisivi". Ma questa è un'altra storia…

Per tornare a Sanremo, il Claudio nazionale preferisce mantenere un profilo basso e rimane in silenzio anche dopo le indiscrezione de La Stampa secondo cui il direttore di Rai1, Teresa De Santis, in seguito alla bagarre, starebbe pensando di non rinnovare la sua presenza per un terzo Sanremo. Da parte sua, invece, De Santis invia una lettera a Dagospia, che non smentisce i rumors ma precisa: "Sono solo canzonette, o almeno dovrebbero esserlo, una settimana di grande cerimonia di svago e spettacolo nazionale. Invece, e non solo per responsabilità di Claudio Baglioni, sono state trasformate nel solito comizio". Una cosa, però, ci tiene a sottolineare: "Quello che penso lo dirò al momento opportuno. Per il momento mi preme ricordare che Rai1 si chiama rete ammiraglia perché è la rete più importante e produttiva dell'azienda, guai ad attaccarla senza sapere che ci rimette l'intera Rai. Mi preme anche ricordare a te (al direttore di Dagopia Roberto D'Agostino, ndr), dato che ci conosciamo da quarant'anni, che io sono sempre criticabile come tutti quelli che lavorano con una pubblica esposizione, ma 'direttore in quota Isoardi' non me lo puoi dire perché conosci la mia storia (quarantennale) di giornalista e dirigente". De Santis, in particolare, si riferisce ad un titolo del sito in cui viene definita "neo direttore di RaiUno in quota Isoardi".

E mentre si ragiona su ospiti e presenze al Festival (smentiti dagli stessi interessati l'arrivo all'Ariston di Checco Zalone e Laura Pausini), il rischio è che la bagarre politica entri nella kermesse  in maniera sempre più prepotente rispetto alle precedenti edizioni. D'altra parte, in passato a finire nel mirino erano stati solo gli ospiti occasionali, mentre qui si parla del direttore artistico.
 

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