Il frontman dei Subsonica quest'anno sarà al Festival in versione solista con la sua 'Vedrai'
Una carriera ben avviata con i Subsonica, e poi la decisione di voler emergere come solista e di tentare altre strade. Samuel Romano quest'anno approda al Festival di Sanremo da solo, con la sua 'Vedrai', e presenta l'album 'Il codice della bellezza' in uscita il 24 febbraio e che contiene ben 5 collaborazioni con Lorenzo Jovanotti. La prima volta da solo su questo palco 'spaventoso' emoziona.
Ci sono differenze da oggi a quando nel 2000 eri sul palco con i Subsonica portando i gara 'Tutti i miei sbagli'?
"Certamente è diverso, quando sei in gruppo dividi anche la tensione. Però, sarà che sono più vecchio e ormai ne ho viste tante, ma sono più rilassato questa volta".
Perché la partecipazione al Festival? Solo per lanciare l'album di esordio da solista o c'è altro?
"Le motivazioni sono moltissime. Quando mi hanno invitato avevo già il disco pronto, non ho dovuto scrivere una canzone apposta. L'ho scelta fra quelle che avevo già nel disco. Fra l'altro ho già due singoli fuori, 'Vedrai' sarà il terzo. Non ho pensato a tutto il meccanismo che si sarebbe messo in moto. Ho solo pensato ad quando ero piccolissimo, avevo 6 o 7 anni, e per imparare a scrivere le canzoni guardavo Sanremo: mi segnavo su un taccuino le frasi che mi piacevano di più. Ho pensato a quel bambino e ho accettato".
Una volta gli artisti non propriamente pop-melodici 'snobbavano' il Festival. Ora la tendenza sembra cambiata. Tu ti senti a tuo agio?
"Io sono un artista pop-melodico. Quindi sì, sono totalmente a mio agio".
Giovedì nella serata delle cover porterai 'Ho difeso il mio amore' dei Nomadi. Perché questa scelta?
"E' la prima canzone che ho cantato in vita mia. La seconda è stata 'Via del Campo' di De André, ma mi sembrava meno adatta al contesto".
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