Milano, 20 ott. (LaPresse) – “Una sera sono scappata da casa mia, a Mestre, per seguire a Venezia quello che poi è diventato il mio primo marito Francesco Ferracini di cui ero follemente innamorata. Ci siamo trovati all’Harry’s Bar a tavola con Richard Burton. Io ero seduto a tavola di fronte a lui. Io tenevo gli occhi bassi sul piatto perché lui aveva i suoi occhi magnetici piazzati… sulle mie tette. Avevo 17 anni e delle tette pazzesche”. Così Mara Venier, racconta in una intervista esclusiva a ‘Chi’ in edicola mercoledì 21 ottobre, i passi più importanti del suo nuovo libro autobiografico ‘Gli amori della zia’, che uscirà il 27 ottobre per Mondadori.

Nel libro Mara Venier parla degli uomini più importanti della sua vita: Gerry Calà, Renzo Arbore e l’attuale marito Nicola Carraro. “Lui è l’uomo della mia vita. La mia fortuna più grande è stata incontrarlo, lo dico sempre. Io gli ho cambiato la vita, soprattutto gliel’ho riempita, credo, come lui ha cambiato e riempito la mia. Se ha letto quello che ho scritto penso che si sia profondamente commosso”.

Sulle pagine di ‘Chi’ Mara ricorda anche la breve e travolgente passione che la legò per un anno e mezzo al divo di Hollywood Armand Assante. “E’ stata una grande passione, ma anche molto divertente: Armand è stato la follia della mia vita. Ci aveva presentato Pascal Vicedomini che poi è stato fondamentale per… comunicare. Io non parlo inglese, Armand non parlava una parola d’italiano. Per carità quando c’è una passione di mezzo le parole contano poco, ma io e Armand ci incontravamo con i dizionari in mano. Così Pascal ci faceva da traduttore e mi ha seguito spesso: a New York, a Bora Bora a Los Angeles”.

“In realtà – confessa Mara – scrivere questo libro mi è servito per superare il trauma per la morte di mia madre. Mamma è mancata il 26 giugno e io per tre settimane mi sono chiusa in casa e sono rimasta a letto. Questo libro, allora, è stato come una terapia in un momento in cui mi sembrava che nulla avesse senso. C’era solo questo dolore con cui non puoi negoziare”.

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