Torino, 24 apr. (LaPresse) – “Un magnifico lavoro” che dimostra i risultati che può dare “che dimostra come si può avere una collaborazione tra Rai e Enti locali per valorizzare” le risorse esistenti. Così Luigi Gubitosi, direttore Generale della Rai, ha presentato i nuovi Lumiq Studios di Corso Lombardia a Torino. Città in cui “si lavora molto bene” ha aggiunto Gubitosi, in cui “la Rai crede e continuerà a investire”. Gli studi cinematografici, di proprietà del Comune di Torino sono stati dati in concessione alla Rai, e qui sono in corso le riprese della fiction ‘Non uccidere’ coprodotta da Rai Fiction, Freemantle e Centro di Produzione Tv Rai di Torino, in onda su Rai3 nell’autunno.

L’area degli studi “qualche mese fa era in uno stato di abbandono – ha detto Gubitosi – questa è stata un’idea in cui ha fortemente creduto il sindaco, che ringrazio”. “Quando sono venuto a vedere gli studi all’inizio c’era un certo scetticismo”: è stato fondamentale il “forte convincimento di Pietro Grignani (responsabile del Centro di Produzione Tv Rai di Torino, ndr) che ha detto ‘Si può fare e può venire molto bene'”. “Torino è una città in cui si lavora molto bene – ha aggiunto Gubitosi – qui stiamo facendo tante cose, la Rai ci crede e continuerà a investire qui. Tra breve ripartirà uno dei centri storici della Rai a Torino, il palazzo di via Cernaia che ristruttureremo, e stiamo potenziando l’orchestra”.

Il capoluogo piemontese, ha detto il direttore generale Rai, “è una realtà in cui ci troviamo bene. Questa serie spero che sia il primo utilizzo di questi studi e sono sicuro che ve ne saranno altri, anche perché l’esperienza è stata assolutamente positiva”. “Qui c’è una delle film Commission, quella del Piemonte, che lavorano meglio” ha sottolineato. “Credo che ci sia spazio per continuare a rafforzare una filiera che già esiste, quella dell’audiovisivo di questa regione. Quindi – ha concluso – fin qui tutto bene il resto lo vedrete tra qualche mese su Rai3”.

Gli ha fatto eco il sindaco di Torino Piero Fassino. “Restituiamo alla sua funzione originale un luogo importante della storia della città della storia cinematografica italiana, e non in termini museali ma in termini di attività: torna a essere un luogo di produzione”, ha detto, notando che “Quante più cose fa la Rai a Torino, tanto più rafforza questo profilo e consolida il rapporto”. Un rapporto storico, ha sottolineato Fassino: “La radio è nata qui, la Rai a Torino ha delle presenze di straordinario valore, come l’orchestra sinfonica nazionale, il centro ricerche, il centro di produzione di via Verdi, gli uffici amministrativi connessi al fatto che la Rai ha avuto per tanti anni la sua sede principale. Insomma, la Rai è una presenza che appartiene all’identità, alla storia e alla cultura della città”.

Inoltre, ha notato il sindaco, questa scelta rafforza la “vocazione nel campo dell’audiovisivo” di Torino. “Tutti sanno che la Film Commission di Torino e del Piemonte è una delle più attive d’Italia. Torino è tornata a essere sede di produzione televisiva”, una vocazione di cui fanno parte realtà come il museo del cinema, il Torino Film Festival. Inoltre, ha aggiunto Fassino, “Rafforza un’ulteriore dimensione, che è di Torino come città della cultura, su abbiamo investito moltissimo in questi anni”.

I Lumiq Studios hanno una storia che parte da lontano: “Erano uno de centri di produzione cinematografici più importanti del paese – ha raccontato Fassino – erano i vecchi stabilimenti cinematografici di Torino, si chiamavano Fert, la sigla della società che produceva cinema. Qui è stato girato Cabiria, uno dei grandi film della storia del cinema italiano, e molti film fino a inizio della seconda guerra mondiale”. L’industria si è poi spostata a Roma e a Cinecittà e “questi stabilimenti che non avevano lavorato dopo la guerra non furono più utilizzati”, venendo trasformati, ha ricordato Fassino in “magazzini del comune”.

Le cose cambiano con il 2006, “in occasione delle Olimpiadi quando vennero messi in campo molti investimenti sulla città – ha ricordato Fassino – si decise di ristrutturarli, riqualificarli e restituirli alla loro originaria funzione di studios per cinema, fiction, teatro e danza”. Negli anni scorsi hanno avuto un impiego di questo tipo, “ma con un tasso di utilizzo inferiore rispetto alle potenzialità che avevano. Di qui, di fronte al fatto che potessero offrire molto di più, ho pensato di rivolgermi alla Rai per investire in questo luogo e farlo diventare un luogo di produzione”.

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