Milano, 23 feb. (LaPresse) – Dopo il successo di suor Cristina, vincitrice della passata edizione, quest’anno ‘The voice of Italy’ sarà uno spettacolo ‘laico’. Lo assicura J-Ax – coach della religiosa finita addirittura sul NY Times per la partecipazione al talent – che durante la presentazione della nuova edizione del programma ha spiegato che si può “portare a termine uno spettacolo anche senza l’intervento divino”. Nemmeno quest’anno, però, mancherà un lato spirituale, perché tra i concorrenti c’è una cantante di Trieste che fa parte di una comunità celtica che si è stabilita sulle Alpi.
‘The Voice’, giunto già alla terza edizione, ricomincerà mercoledì 25 febbraio in prima serata su Rai 2. E la poltrona di Raffella Carrà, quest’anno sarà occupata da Roberto e Francesco Facchinetti. “Hanno detto che per sostituire una Carrà ci sono voluti due Facchinetti – scherza Francesco – In realtà c’è voluto un candidato ‘Forte Forte Forte’ (dal titolo del programma della Carrà), che è mio padre”. ‘The Facch’, come si fanno chiamare padre e figlio, pur avendo gusti musicali lontani, ma dovranno scegliere assieme i talenti da premiare e portare nel loro team. E se Roby si è già guadagnato la fama di ‘schiacciatore pazzo’ del pulsante rosso che permette alle poltrone dei coach di girarsi per accaparrarsi i talenti in gara, Francesco spera che l’esperienza con il padre “sia migliore delle pagelle a scuola e di Sanremo, andati malissimo”. Accanto a loro, ci saranno Piero Pelù, Noemi e J-Ax. Alla conduzione, riconfermati Federico Russo, affiancato dalla V-reporter Valentina Correani, che seguirà web e social network.
Il programma anche quest’anno sarà strutturato secondo quattro fasi: blind audition, battle, knock out e live. Tra le novità, anche le blind/audition blind, provini in cui il cantante non è solo nascosto alla vista dei coach, che siedono di spalle, ma anche alla vista degli spettatori perché sarà coperto da una tenda. L’obiettivo è quello di trovare un talento, una voce che conquisti il grande pubblico e convinca anche le case discografiche. A puntare il dito contro la disattenzione delle major nei confronti dei concorrenti di ‘The Voice’, è Piero Pelù, che ha lamentato un “tafazzismo contagioso e criminale” da parte della Universal, colpevole a suo dire di aver “ignorato” canzoni e progetti musicali molto validi. Se la situazione proseguirà così “non avrà più senso dire che la discografia è in crisi perché il Paese è in crisi – ha aggiunto Pelù, sostenendo che – la discografia e in crisi perché si vuole fare, ma non dando a questi ragazzi neanche una possibilità”.
Per J- Ax, invece, si tratta di “problematiche da affrontare, ma sono risolvibili”. “Io quest’anno vorrei proprio piazzare un talento in cima alle classifiche anche se non vinco – ha spiegato – e credo sia il momento per ‘The Voice’ di puntare a questo”. Il direttore di Rai2 Angelo Teodoli ha ricordato che ‘The Voice’ è “un programma televisivo” e che “la carriera dei ragazzi è una cosa diversa”. Francesco Facchinetti, invece, ha invitato ad avere pazienza perché “ci sono altri talent alla decima e dodicesima edizione e i nomi dei concorrenti che ricordiamo sono tre”. A chiudere la polemica è intervenuto Roby Facchinetti: “abbiamo assistito non solo al funerale, ma alla sepoltura della musica italiana – ha detto – e c’è bisogno di un ricambio. Ben vengano programmi come ‘The Voice’, che danno la possibilità ai giovani di farsi conoscere”.
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