Roma, 24 set. (LaPresse) – Quella che inizia domani sarà l’ultima stagione di ‘Servizio Pubblico’. Lo ha annunciato Michele Santoro in un lungo post sul profilo Facebook della trasmissione. “Voi sapete che io ho sempre sentito la necessità di battere strade nuove – scrive il giornalista – e per questo motivo ho deciso che questa sarà l’ultima stagione di ‘Servizio Pubblico’”. La ragione? “L’overdose dei cosidetti talk” che secondo il giornalista porta “all’incredibile paradosso di un calo della domanda del pubblico a cui corrisponde un’incredibile moltiplicazione dell’offerta”.
“Non condivido la scelta di riempire all’inverosimile la programmazione di trasmissioni d’approfondimento – spiega il giornalista – i cosiddetti talk, che con il venir meno nella società di grandi contrasti, e con la scomparsa dei partiti, hanno creato nel pubblico una specie di nausea e un vero e proprio rigetto”.
Secondo Santoro, “il dibattito sulla crisi del talk, tuttavia, nasconde l’impoverimento progressivo della tv che è seguito al quasi monopolio del ventennio berlusconiano, l’impoverimento del nostro sistema industriale, l’impoverimento della nostra democrazia, l’impoverimento culturale dei grandi editori e più in generale della nostra classe dirigente”.
“Anche con i reality – afferma Santoro – il pubblico aveva subito una vera e propria aggressione, ma quando ha cominciato a stancarsi, sono stati subito sostituiti da altri programmi. Ma mentre i reality costavano, cosa ci può essere di meno costoso e di più facile da realizzare di un talk? Un altro talk”. “La televisione italiana – prosegue il giornalista – è quella che nel mondo più sviluppato produce a più basso costo un minuto di programmazione, vende a più basso costo un minuto di pubblicità e fa meno ricerca. A cominciare dalla Rai. Solo due stagioni fa il tramonto di un’era politica ha moltiplicato la domanda di informazione. Lo sanno bene i giornali di carta stampata, che parlano tanto della crisi dei talk, forse per dimenticare quella delle loro vendite. Ma questo e l’uso spregiudicato di internet che fanno certe forze organizzate stanno creando un pericoloso senso comune”.
“Quando Berlusconi emanava il suo editto bulgaro – ricorda Santoro – quando usava tutto il suo potere per mettere a tacere Annozero, voi (e per voi intendo anche tanti che in quegli anni votavano Forza Italia) vi siete battuti contro la censura e ci avete dato la forza per sopravvivere a qualsiasi attacco. Oggi non esistono per fortuna pericoli di quel tipo. Ma quando Grillo celebra la morte dei talk o quando Renzi sostiene che queste trasmissioni costruiscono un’immagine negativa dell’Italia siete portati a considerare innocue queste affermazioni e a dar loro ragione. Invece sbagliate. Prima di tutto perché ai politici dovrebbe essere proibito di fare qualunque affermazione che limiti la libertà di pensiero e di informazione”.
Santoro invita gli spettatori a “fare la selezione, cambiare canale, far sparire le imitazioni senza identità. Vi chiedo di seguirci attivamente, di criticarci severamente, di reagire alla nausea. La lunga avventura politica e culturale che ha assorbito la mia vita e quella di tanti miei collaboratori non sarebbe esistita senza di voi, senza il pubblico”.
Per Santoro ‘Servizio Pubblico’ è stata “un’esperienza esaltante” perché “Per la prima volta nella storia della televisione una produzione indipendente è riuscita a fare a meno delle grandi reti generaliste e ha portato il giovedì de La7 a competere alla pari con le grandi tv. Inoltre oggi posso dire con una certa fierezza che la nostra è un’azienda sana, dove tutti lavorano con contratti dignitosi”. Proseguirà il progetto ‘Announo’, “che Giulia Innocenzi ha condotto al successo, e che riprenderà presto il suo cammino, per far comprendere a tutti la mia voglia di novità”. Per l’ultima stagione di Annozero, conclude Santoro, proverà “a cambiare le modalità e il ritmo della nostra narrazione. Ce la metterò tutta. Poi, l’anno prossimo, cominceremo insieme un nuovo viaggio. Ma il futuro si costruisce con il presente. ‘Servizio Pubblico’ comincia domani. Vi aspetto”.
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