Torino, 28 set. (LaPresse) – Sono gli artisti che hanno cambiato la storia della musica dagli anni Cinquanta fino ai giorni nostri i protagonisti della mostra ‘Transformers. Ritratti di musicisti rivoluzionari’, ai Cantieri OGR di Torino da oggi, sabato 28 settembre fino a domenica 3 novembre 2013.
La mostra riprende il titolo di una delle opere più note di Lour Reed’ (‘Transformer’ del 1972) e attraverso le settantotto immagini in esposizione racconta la forza di trasformazione che ventisei artisti straordinari (da Bob Dylan ai Radiohead, passando per i Doors, Patti Smith e Madonna) hanno espresso con i loro gesti e le loro performance, cambiando il corso della storia, non solo musicale. ‘Transformers’ è più di una mostra “da vedere”: si tratta di un vero e proprio viaggio emotivo all’interno della storia della musica.
La mostra è realizzata dalla Società Consortile OGR-CRT e attinge dal vastissimo archivio di Getty Images, partner dell’esposizione. La scelta della sede non è casuale: i Cantieri OGR sono un luogo di trasformazione. La grande fabbrica in cui per decenni sono stati costruiti e riparati i treni è oggi un luogo di sperimentazione e produzione nel campo della discipline contemporanee, dove produzioni audiovisive, musica, design e architettura trovano uno spazio per misurarsi con il cambiamento. Da qui l’idea della trasformazione come principio fondativo e tema conduttore della mostra stessa, curata dall’apprezzato musicologo Alberto Campo, giornalista, saggista e conduttore radiofonico, nonché direttore artistico del Traffic Free Festival di Torino.
L’arco di tempo considerato in ‘Transformers’ va dagli albori della pop music (gli anni Cinquanta e l’avvento della società di massa) ai giorni nostri (l’era del web e delle tecnologie digitali), rappresentando ciascun passaggio intermedio (la canzone di protesta, la British Invasion, il riscatto afroamericano, l’epopea degli hippies, il rock teatrale, il punk, la world music, la rivoluzione elettronica, l’hip hop, la stagione della videomusica, il grunge, la techno e così via) con un’icona in grado di simboleggiarlo.
Nella selezione del materiale fotografico, Campo dà valore e priorità all’evento dal vivo, a cui oggigiorno – data la progressiva smaterializzazione della musica registrata e l’incipiente fine del prodotto discografico – si associa sempre più l’idea di “verità” e di “autenticità” dell’esperienza musicale. A fianco delle immagini-chiave, stanno un corredo didascalico e un apparato fotografico complementare, che insiste su una dimensione più confidenziale dei personaggi rappresentati, intendendo quindi l’idea di trasformazione anche nel senso del passaggio dalla dimensione pubblica a quella privata. Gli artisti si mostrano così sotto due luci differenti: quella del palcoscenico, più forte ed energica, alimentata dalla passione dei fan e dell’adrenalina delle esibizioni dal vivo, e un’altra più intima e “dietro le quinte”, che ne svela la dimensione umana e familiare.
Partner di ‘Transformers’ sono la rivista Rolling Stone e Gibson; la mostra ha il patrocinio della Città di Torino.
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