Dalle nostre inviate a Sanremo Elena Andreasi ed Elisa Cassissa

Sanremo (Imperia), 13 feb. (LaPresse) – Dopo il debutto con Verdi di ieri sera, ad aprire la seconda serata del festival di Sanremo è il tributo a Domenico Modugno: Beppe Fiorello recita un lungo monologo in ricordo del grande artista, raccontando come avesse trovato la parola ‘Volare’ per ‘Nel blu dipinto di blu’, la canzone con cui trionfò sul palco del Teatro Ariston nel 1958. Fiorello ha appena terminato la fiction ‘Volare’ dedicata alla vita di ‘Mimmo’ e in suo omaggio intona alcuni dei suoi più grandi successi.
“Ho avuto la possibilità di vedere in anteprima ‘Volare’ che andrà in onda lunedì e martedì prossimi. Beppe ha trasmesso una vitalità, una forza grandissimi”. Così Fabio Fazio esordisce sul palcoscenico dopo la performance di Beppe Fiorello. “‘Volare’ è una delle canzoni più rappresentative del festival e ha vinto un Grammy”, ricorda ancora Fazio. La giacca che Fiorello indossa sul palco è quella che Domenico Modugno indossava quando ha cantato a uno dei festival di Sanremo a cui partecipò, gentilmente imprestata da Franca Gandolfi, moglie dell’artista scomparso nel 1994. Fiorello dopo averlo raccontato la restituisce alla signora Franca ringraziandola.

Ma è soprattutto una serata all’insegna della bellezza femminile quella che si sta svolgendo sul palco dell’Ariston. Prima l’arrivo, al posto di Luciana Littizzetto, annunciata da Fabio Fazio a inizio puntata, della fascinosa Bar Refaeli che per l’occasione indossa un fluttuante abito azzurro lungo fino ai piedi. “Non abbandonare questo corpo”, dice Fazio quando la vede. Poi sul palco arriva anche Luciana che scende le scale in modo molto meno aggraziato della top model. “A confronto suo la Barbie somiglia a nonna Abelarda”, non si trattiene dal dire la Littizzetto appena la vede.

Poi è la volta dell’attesa ex première dame di Francia. Carla Bruni, austera ed elegantissima in tailleur pantalone grigio, afferra la chitarra e inizia a intornare un brano tratto dal suo nuovo lavoro discografico ‘Little french song’. “Adoro tornare in Italia. Ho ancora famiglia a Torino”. Fazio si domanda scherzosamente come due persone così diverse, come Luciana Littizzetto e la Bruni, possano arrivare dalla stessa terra. E con Luciana, che afferma “Questa ha più culo che anima”, inscena un divertente siparietto: Carlà si diverte a suonare la chitarra accompagnando la comica torinese in uno dei suoi più grandi successi ‘Quelqu’un m’a dit’ con un testo ad hoc nel quale lei e Carlà vengono messe a confronto: stessi natali ma vite diverse. Luciana Littizzetto dimostra di essere a tutti gli effetti la regina del festival di Sanremo, fra una stecca e l’altra si mette in gioco totalemente. Le parole fanno talmente ridere che anche Luciana fa fatica a trattenersi.

Per quanto riguarda la la gara della seconda serata, aprono i Modà con il loro primo brano ‘Se si potesse non morire’, una ballata melodica. Classico il tema dell’amore dall’atmosfera malinconica, affrontato questa volta con un significato più ampio rispetto a quello tipico a cui i Modà hanno abituato il loro pubblico. Dopo la performance della seconda canzone dei Modà intitolata ‘Come l’acqua dentro il mare’ salgono sul palco Max Biaggi e la sua fidanzata Eleonora Pedron, che indossa per l’occasione un bellissimo abito rosso fuoco lungo fino ai piedi ma con un ampio spacco frontale che mette in mostra le gambe nude dell’attrice. A passare il turno è ‘Se si potesse non morire’.

A seguire Simone Cristicchi canta ‘Mi manchi’ e ‘La prima volta (che sono morto)’. Immancabili le battute di Luciana Littizzetto sui capelli di Cristicchi: “Ma per pettinarti hai infilato la testa nella gabbia degli scoiattoli?”. Il cantante durante l’esibizione appare visibilmente commosso: la sua canzone per la finale scelta dal televoto è ‘La prima volta (che sono morto)’.

Terza in gara la platinata Malika Ayane, che incanta il pubblico con ‘E poi’. Malika appare nervosa ed emozionata e al termine del primo brano tira un grande sospiro: il palco di Sanremo può far paura anche a grandi artisti dotati di un’estensione vocale come la sua. Poi precisa, correggendo timidamente Fazio sulla pronuncia del suo cognome “Ayàn, senza la e”. Anche il secondo brano ‘E se poi’ (che va in finale) ha una musicalità morbida e soft. Malika ha scelto di indossare un lungo abito nero corvino. Ad annunciare il brano della Ayane preferito è uno spumeggiante Neri Marcorè nei panni di Alberto Angela.

Quarti ad esibirsi sul palco dell’Ariston gli Almamegretta che conquistano sala stampa e telespettatori con il brano ‘Mamma non lo sa’, poi preferito dal televoto rispetto al secondo brano, ‘Onda che vai’.

Quinto big è Max Gazzè con le due canzoni ‘I tuoi maledettissimi impegni’ e ‘Sotto casa’. Max si presenta a Sanremo con il suo inequivocabile stile: una lunga giacca nera con gli orli bianchi e uno sbarazzino fiore giallo applicato a lato. I suoi brani sono ritmati che suonano come filastrocche. Grande uso di fiati nel secondo brano, dal ritmo facile da seguire, qualcuno in sala stampa batte le mani mentre altri seguono il tempo con i piedi. Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Valentina Salvatori le tre campionesse del fioretto femminile annunciano che la canzone ‘Sotto casa’ va in finale.

A seguire il una emozionatissima Annalisa Scarrone con due brani iopposti tra loro: il primo ‘Scintille’, caratterizzato da grande ritmo, e il secondo ‘Non so ballare’, più romantico e intimista. Passa ‘Scintille’ persentato da Carlo Cracco, uno degli chef più famosi d’Italia. La Littizzetto non perde l’occasione per fare qualche battuta a tema ma il cuoco non si scompone.

Il grande ospite internazionale di questa sera è Asaf Avidan, israeliano, proprio come Bar Refaeli. E’ proprio lei ad annunciarlo.Appena Asaf inizia a cantare, gli applausi salgono dalla platea mentre in sala stampa qualcuno batte le mani a tempo. La sua interpretazione è molto sentita, ricca di pathos: in alcuni punti si avvicina a un pianto come se fosse un’invocazione di aiuto. Alla fine tutti, giornalisti compresi, non possono fare altro che applaudire.

nfine a chiudere le esibizioni dei big sono gli impareggiabili Elio e le Storie Tese, che intonano la loro prima canzone ‘Dannati forever’, definita “profetica” perché riferita al pontificato. Infatti, i membri della band indossano costumi liturgichi riarrangiati in chiave parodistica. Il secondo brano del gruppo, che torna sul palco Ariston dopo 17 anni dal loro esordio a Sanremo, è ‘La canzone mononota’. Per l’esibizione Stefano Belisari detto Elio, seguito dagli altri della band, si toglie la tunica per rimanere con una camicia bianca sulla quale sono ricamati la chiave di violino e lo spartito musicale. Lo spirito di Elio e le Storie tese travolge tutti, la seconda canzone, grazie alla sua orecchiabilità, è già seguita da chi sta assistendo allo spettacolo e viene poi scelta, con il presenter Roberto Giacobbo ad annunciarla mentre la band esulta.

Dopo la carrellata di Big è la volta dei primi quattro Giovani in gara: Renzo Rubino con ‘Il postino (amami uomo)’, Il Cile con ‘Le parole non servono più’, Irene Ghiotto con ‘Baciami?’ e i Blastema con ‘Dietro l’intima ragione’. A passare alla finale sono Renzo Rubino e i Blastema.

Da notare il cambiamento di tematiche dei brani in gara alla storica kermesse della canzone italiana: anni fa i brani sanremesi erano caratterizzati per una altissima percentuale dal tema classico e intramontabile dell’amore. Ora, sull’onda della crisi e della generalizzata sfiducia verso il futuro che caratterizza le nuove generazioni, spesso si parla di morte, sofferenza, crisi economica.

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